Novanta le persone contagiate: alta l’attenzione negli ospedali toscani
«È salito a 90 il numero di persone che hanno contratto l’infezione. Sappiamo che i decessi sono all’incirca nella misura del 40%». Questo il quadro tracciato ieri dall’assessore al Diritto alla salute e al Sociale Stefania Saccardi sul proliferarsi in Toscana del batterio New Delhi. L’assessore ha assicurato che i controlli sono in aumento e che i numeri probabilmente sono frutto di un aumento dell’attenzione e delle verifiche in atto nei sistemi ospedalieri. Lo screening, ha detto Saccardi, «è stato esteso anche a reparti a minore intensità assistenziale come sono le medicine interne oltre che ai reparti tradizionali, ad alta intensità assistenziale, come le terapie intensive e i reparti oncologici».
Il bollettino dell’Ars: 90 i casi da novembre 2018
I numeri arrivano dal dato settimanale dell’Agenzia regionale di sanità (Ars), sul superbatterio Ndm. Il bollettino spiega che tra novembre 2018 e il 15 settembre 2019 i batteri Ndm sono stati isolati nel sangue di 90 pazienti. «I casi sono risultati letali nel 40% dei pazienti con sepsi, percentuale paragonabile alla letalità per questa condizione causata da altri batteri resistenti agli antibiotici carbapenemici». Secondo i dati diffusi dall’Ars potrebbero essere, dunque, 36 i decessi sospetti riconducibili al superbatterio Ndm.
Gusinu, Aou Senese: «attenzione all’igiene delle mani»
A fare luce sulla trasmissibilità e le caratteristiche del batterio è il direttore sanitario dell’Aou Senese Roberto Gusinu. «La principale raccomandazione è quella valida per la prevenzione di tutte le infezioni: ovvero massima attenzione all’igiene delle mani e alle norme di comportamento». In particolare in ospedale dove «lo stesso paziente deve curare la propria igiene personale, lavando le mani spesso». Ma anche i visitatori devono prestare a attenzione. A loro «è consigliato un attento lavaggio delle mani in ingresso e in uscita dall’ospedale – aggiunge Gusinu, utilizzando anche gli appositi dispenser di soluzione igienizzante». Tra gli altri accorgimenti utili: non sedersi sul letto del paziente, non depositare borse o altri oggetti provenienti dall’esterno e utilizzare il bagno dedicato ai visitatori.
New Delhi, in Italia già nel 2011
Il New Delhi non è comunque un batterio nuovo. «Già nel 2011 si sono registrati altri casi in Italia – spiega Gusinu -. Quello che è importante sottolineare è che si tratta di un batterio resistente agli antibiotici ma che fa parte della famiglia degli enterobatteri, cioè microrganismi che normalmente vivono nella flora microbica intestinale». Al pari di altri microrganismi, se le funzioni immunitarie del soggetto portatore si riducono i batteri possono dare luogo ad infezioni, ed eventualmente causare malattia. Ma ci possono essere anche individui portatori sani: «per questo è importante osservare scrupolosamente le più comuni norme igieniche» e «per limitare la trasmissione del batterio da soggetto portatore ad altro soggetto è fondamentale rispettare l’igiene delle mani».
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