Un appello per ritrovare il taccuino di viaggio di Andrea Angelucci perso, probabilmente, sul treno Italo Milano-Roma che fa tappa a Firenze
“Ho perso il mio libretto”. Inizia così il messaggio di Andrea Angelucci che lo scorso 25 ottobre ha affidato a un post su Facebook il suo appello per ritrovare il proprio “piccolo tesoro di ricordi”: un diario di viaggio unico nel suo genere. Unico perché racconta i luoghi visitati da Andrea attraverso note scritte e acquerelli. E soprattutto perché è il primo su cui il 33enne romano, archeologo e guida turistica, ha iniziato a catturare su carta i suoi ricordi di appassionato di arte e storia.
Dalla Sicilia al Pakistan tra appunti e acquerelli
“Non è l’unico, ma era sicuramente quello più importante – scrive Andrea Angelucci -: fu il primo in cui iniziai a fare piccoli acquarelli per un viaggio che feci più di un anno fa in Sicilia. Dopo l’esperienza siciliana ci presi gusto e per la Terra Santa e Gerusalemme cominciai a farne di più complessi. Poi passai per Parigi con Notre Dame per arrivare al grande capitolo sul Pakistan (…). E poi la Bosnia e tanti luoghi qui in Italia come Rocca Calascio, la Costiera Amalfitana, Roma, la Puglia di Federico II e per ultima Milano”.
Perso sul treno che ha fatto tappa a Firenze
Presumibilmente, il taccuino è stato lasciato sul treno Italo 9955 da Milano a Roma del 21 ottobre 2019. Un treno che fa tappa anche a Firenze. Andrea ha provato anche a lanciare un appello a Italo Treno, “anche se facendo veloci ricerche – spiega nel suo post – ho appurato che la società ferroviaria in questione è l’unica a non avere un ufficio oggetti smarriti”. Se qualcuno dovesse ritrovarlo, sappia che sulla prima pagina del libretto ci sono i dati per poterlo restituire ad Andrea. È prevista anche una ricompensa.
La risposta dei social all’appello di Andrea Angelucci
L’appello ha subito suscitato l’interesse di molte persone e anche se a distanza di diversi giorni del taccuino non c’è traccia, a stupire è stata la reazione della gente. «Purtroppo nessuna novità riguardo il ritrovamento, è ormai andato – ci ha spiegato Andrea -. Ma la nota positiva è che c’è stata una enorme diffusione della notizia e mi sono pervenuti tanti messaggi di aiuto ma anche solo di vicinanza». Insomma, nonostante tutto, sappiamo ancora essere empatici.
Un prezioso contenitore di ricordi
Nell’era del digitale, delle stories su Instagram che scompaiono dopo 24 ore, della corsa al selfie di rito, il “taccuino” di Andrea Angelucci è come un messaggio in bottiglia che qualcuno, si spera, possa prima o poi ritrovare. “I disegni possono essere rifatti ma se riuscissi a riaverlo sarebbe come ritrovare mille souvenir ognuno recante un bellissimo ricordo. Ecco, ripetere quelli è davvero impossibile”, scrive. Perché, per dirla con Pavese, “non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi”. Attimi di cui le pagine di Andrea sono custodi.
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