Parco dei Renai, d’estate oasi naturalistica per il divertimento, d’inverno cassa d’espansione per contenere la furia di Arno e Bisenzio.
La cassa d’espansione prevista nel piano delle opere di messa in sicurezza idraulica della Regione Toscana non è stata ancora realizzata. Ma l’area ha assolto più che degnamente al suo compito come sempre avvenuto nella storia. Il sopralluogo nell’area, alla presenza dell’assessore all’urbanistica del comune di Signa, Andrea Di Natale, del presidente e dell’amministratore delegato della società di gestione del Parco (Isola dei Renai spa), Daniele Donnini e Andrea Marzi.
«Secondo i nostri calcoli – ha detto l’amministratore delegato della società di gestione del parco, l’Isola dei Renai, Andrea Marzi – nel fine settimana di maltempo appena concluso, nell’area dei Renai sono entrati circa 10milioni di metri cubi di acqua nelle varie ondate di piena. Basti considerare che la superficie dei laghi è di 120 ettari. La piena è salita per sei metri dal livello dell’acqua al piano di campagna, più altri due metri».
L’ondata di piena nei Renai
Il primo a rompere gli argini ed entrare nell’area del parco al lotto zero, la scorsa domenica mattina, è stato il Bisenzio, allentando la presa su Campi Bisenzio, San Mauro a Signa e Signa. All’ora di pranzo è stata la piena dell’Arno a sfogarsi dentro i Renai, mettendo sotto tutto il lotto 1. Due piene che hanno provocato danni alle attrezzature del parco: nel lotto zero sono allagati e sotto a una coltre di fango sia il ristorante, i campi di calcetto e beach volley con i relativi spogliatoi, oltre all’impianto per il minigolf. Saltate staccionate in legno, vialetti e diversi alberi piegati dalla violenza della piena. Nel lotto uno ci sono danni alla spiaggia e al baretto sull’arenile, oltre al pontile.
«Appena l’acqua si sarà ritirata – ha concluso Andrea Marzi – lavoreremo per rimettere a posto tutto e ripartire per la prossima stagione. Accoglieremo come sempre i nostri visitatori. Siamo consapevoli che quest’area è una cassa d’espansione naturale, che con i lavori della Regione sarà in grado di assolvere ancora meglio al suo compito di sicurezza idraulica. Ma siamo anche consapevoli che il parco ha un suo piano di sviluppo e che non si può lasciare vuota una cassa d’espansione aspettando una piena. Le nostre opere principali, come la piscina, sono state realizzate fuori dalla zona esondabile. Le altre sono costruite in modo da garantirne il recupero. Devo dire che siamo orgogliosi di questo nostro doppio ruolo: facciamo divertire le persone d’estate e d’inverno contribuiamo a tenerle al sicuro».
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