«In questi giorni in cui medici, infermieri e operatori sanitari di trovano sempre più spesso a operare con semplici mascherine chirurgiche, vediamo un numero crescente di cittadini andare al supermercato con mascherine Ffp2 e Ffp3. Questo non ha alcun senso». A lanciare l’allarme è Roberto Romano, referente dell’emergenza-urgenza dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche interprovinciale Firenze – Pistoia.
Romano, OPI Fi-Pt: «Sono dispositivi essenziali per medici infermieri e operatori sanitari»
«È una dinamica assurda – aggiunge Romano – perché un normale cittadino che va a fare la spesa o porta a giro il cane non ha bisogno delle mascherine Ffp2 e Ffp3. Oltretutto i filtri vengono garantiti solo per quattro ore: dopo un giorno quella mascherina non ha alcuna efficacia dimostrata. Per chi vuole girare in sicurezza sono perfette le mascherine chirurgiche a quattro strati. Non servono le altre, che invece diventano essenziali per medici, infermieri. E per tutti coloro che devono fare manovre invasive su pazienti infetti o sospetti-infetti, stando a pochi centimetri di distanza».
«Le mascherine che ancora arrivano nei negozi vadano tutte al personale sanitario»
«Non possiamo costringere i sanitari, come sta accadendo adesso, a operare in condizioni non sicure con semplici mascherine chirurgiche – prosegue -. Questo mette a grave rischio la loro salute, la tenuta del sistema sanitario. E di conseguenza, anche la possibilità di garantire le cure ai cittadini che dovessero poi ammalarsi. Chiediamo un messaggio netto in questo senso: le mascherine che ancora arrivano nei negozi, nei ferramenta o acquistate da singole associazioni e donate poi alla cittadinanza, vadano tutte al personale sanitario. Non possiamo continuare a operare nelle condizioni attuali».
«Riorganizzare anche la gestione dell’emergenza urgenza»
Roberto Romano chiede poi anche di riorganizzare la gestione dell’emergenza urgenza. «Vanno rivisti i meccanismi di chiamata degli equipaggi – prosegue –. Troppo spesso accade che medici, infermieri e volontari arrivino su uno scenario classificato come non-Covid per poi scoprire invece che lo è. L’esempio tipico è la caduta in casa o lo svenimento di un anziano che, solo una volta sul posto, si scopre essere un paziente con tosse e febbre alta. Questo mette a rischio l’equipaggio: chiediamo un’attenzione diversa e procedure mirate a individuare con precisione fin dall’inizio tutti i pazienti con sospetta infezione da Coronavirus. In Lombardia, a oggi, si risulta che circa il 10% degli infetti appartenga al personale sanitario. In Toscana dobbiamo evitare di arrivare a una situazione simile».
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