Taxi e Ncc potranno fare servizio di consegna a domicilio di beni di prima necessità. Accolta dalla Regione la richiesta avanzata da Cna Fita Toscana.
In via temporanea e solo per il periodo dell’emergenza da Coronavirus, Ncc e Taxi potranno fare da vettore per la consegna a domicilio. L’autorizzazione è arrivata dal Giunta regionale toscana, a seguito della richiesta avanzata da Cna Fita Toscana. Preleveranno i beni di prima necessità direttamente da produttori, commercianti o altri operatori abilitati. E li recapiteranno al destinatario, sul portone o nei pressi dell’accesso carrabile o pedonale di casa.
Ceccarelli: «una misura utile per tutti soggetti coinvolti»
«Il servizio dovrà tenere conto del rispetto delle norme di sicurezza. Sia quelle legate all’emergenza Coronavirus che quelle igienico-sanitarie per il trasporto degli alimenti – spiega l’assessore Ceccarelli –. Ma riteniamo che questa possibilità possa rivelarsi utile sia per tutti i soggetti coinvolti. Per chi effettua il servizio, per i piccoli produttori e commercianti che magari non hanno un servizio di consegne organizzato. E per i consumatori, che potranno ricevere la spesa o ciò di cui hanno bisogno direttamente a casa, senza esporsi al contagio».
Le modalità
L’avvio di questa modalità di trasporto dovrà essere comunicato al Comune di riferimento. Questo potrà stabilire delle regole e controllare che le tariffe siano le stesse applicate per il trasporto delle persone, senza oneri aggiuntivi. In mancanza di una disciplina comunale, conducenti di taxi e di Ncc potranno attivare il servizio semplicemente inviando una comunicazione all’indirizzo di posta elettronica certificata del Comune competente. E indicando la data di avvio ed il riferimento alla autorizzazione/licenza di esercizio. Non sono necessari ulteriori adempimenti o oneri.
Cna Fita Toscana: «un piccolo contributo il Trasporto Pubblico non di linea»
«Un provvedimento, che rappresenta un piccolo contributo per sollevare le imprese del Trasporto Pubblico non di linea, dalla fase di crisi che stanno attraversando – spiegano da Cna Fita Toscana -. Un modo per cercare di contribuire al soddisfacimento delle necessità della cittadinanza per la consegna di beni di prima necessità come le piccole spese, che in questo periodo hanno fatto emergere una domanda alla quale risulta difficile dare una risposta. Questo vale senz’altro per i Comuni più grandi, ma si può concretizzare anche nelle aree di dimensioni più piccole».
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