Si chiama “pronto, ci sono!” ed è rivolto ai ristoratori in difficoltà
Un progetto mirato al supporto psicologico per i ristoratori in difficoltà. Si tratta di uno sportello telefonico gratuito gestito dagli psicologi professionisti del Centro Paradoxa di Treniso.
Supporto psicologico per ristoratori in difficoltà ecco il progetto
«Gli effetti devastanti della pandemia sulla tenuta psicologica degli imprenditori che operano nei settori maggiormente colpiti dal lockdown e dalla crisi economica non possono più essere sottovalutati. Per questo come Fipe abbiamo deciso di attivare un servizio di supporto dedicato ai titolari dei pubblici esercizi, che negli ultimi mesi hanno dovuto fare i conti con uno stravolgimento della loro attività e con un drammatico crollo dei fatturati. Non siamo automi: la recente risalita dei contagi rappresenta un ulteriore fattore di preoccupazione per chi ha investito tempo, fatica e denaro nel suo locale e che ha la responsabilità non solo della sua famiglia, ma anche dei dipendenti. Se vogliamo davvero rialzare la testa, abbiamo il dovere di garantire anche la tenuta psicologica delle persone». Così ha dichiarato Valentina Picca Bianchi, presidente delle Donne Imprenditrici di Fipe Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi. E’ stato così presentato il nuovo servizio di supporto psicologico Pronto, ci sono!.
Supporto psicologico per ristoratori in difficoltà come funziona il servizio
Uno sportello telefonico gratuito di counseling, gestito dagli psicologi professionisti del Centro Paradoxa di Treniso. L’obiettivo principale è quello di ascoltare gli imprenditori associati alla Federazione nel racconto delle difficoltà che stanno vivendo, per poi aiutarli a valorizzare le risorse a loro disposizione. Ecco il progetto per offrire supporto psicologico ai ristoratori in difficoltà. Un servizio emerso anche e soprattutto dopo l’emergenza sanitaria.
Le conclusioni di Picca Bianchi sulla questione
«Il bilancio del 2020 per i pubblici esercizi è impietoso – aggiunge Picca Bianchi -: 22 miliardi di fatturato persi, 50mila imprese a rischio e 300mila posti di lavoro in bilico. Eppure le scadenze fiscali, gli stipendi da pagare, gli affitti da onorare, restano. È comprensibile che le persone possano sentirsi mancare la terra sotto i piedi e perdere di vista i propri obiettivi. Noi abbiamo deciso di costruire per loro un luogo sicuro dove per prima cosa parlare e poi ritrovare l’equilibrio necessario a ripartire. La sfida più grande è quella di intercettare le situazioni a rischio e stimolare una nuova prospettiva negli imprenditori».
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