Anpas Toscana in prima linea per sensibilizzare le istituzioni sulla ripresa delle ostilità contro il popolo Saharawi
Una lunga tradizione di aiuti, progetti e iniziative di solidarietà lega Anpas Toscana al popolo Saharawi. Ma c’è anche un forte impegno di natura politico-istituzionale a sostegno della causa di questo popolo che da più di 40 anni vede il proprio territorio, l’ambito Sahara Occidentale, occupato dal Marocco, in attesa di un referendum con cui poter finalmente dichiarare la propria indipendenza. E avere un posto da chiamare ‘casa’. Una causa che oggi vede Anpas Toscana in prima linea per sensibilizzare le istituzioni sulla ripresa delle ostilità in Marocco contro il popolo Saharawi, che ha portato alla rottura della tregua in vigore dal 1991. Con l’obbiettivo di porvi fine e procedere e allo svolgimentodel referendum, nel rispetto dei diritti umani.
Tanti, negli anni, i progetti di Anpas Toscana a sostegno del popolo Saharawi
Da anni Anpas Toscana è al fianco del popolo Saharawi. A volte in sinergia con Anpas Nazionale altre attraverso molte Pubbliche Assistenze, tuttora impegnate per l’ospitalità estiva dei bambini “ambasciatori di pace” provenienti dal deserto algerino dove i Sahrawi sono esuli da oltre 45 anni. Non è poi mancata una forte presenza delle associazioni e di Anpas Toscana direttamente negli accampamenti. Per offrire aiuto attraverso progetti di sviluppo nel settori alimentare, sanitario, scolastico, sportivo, sociale. Uno su tutti il progetto “Tessere la Libertà” di Anpas Toscana, con i telai tessili per anni utilizzati come fonte di lavoro da alcune donne Sahrawi appositamente costituite in cooperativa.
“Nel Sahara Occidentale si è riaccesa la miccia della violenza e della guerra”
“In Anpas grandi cuori, sentimenti, passioni, empatia, ma anche precise prese di posizione di natura politico-istituzionale a sostegno della causa del popolo Sahrawi – spiegano da Anpas Toscana -. Dal cessate il fuoco del 1991, sta ancora aspettando il referendum di autodeterminazione, previsto da numerose risoluzioni Onu. Sul perché non si è ancora tenuto, causa non secondaria dell’odierna ripresa delle ostilità, gravi responsabilità vanno addebitate ad Onu e UE (Francia soprattutto) le quali, tra ritardi inerzie e contraddizioni hanno “bruciato” l’occasione di una soluzione definitiva”.
Una tregua in atto da quasi 30 anni che ormai è appesa a un filo. “Avvelenata da continue violazioni, da parte del Marocco, dei diritti umani dei civili Saharawi residenti nei territori occupati del Sahara Occidentale – proseguono da Anpas -. Ed è proprio da qui, con colpevole inazione o connivenza dell’Onu che non ha mai vigilato sul rispetto dei diritti umani (pur avendo lì da anni il contingente MINURSO per il referendum che non si è mai tenuto) che si è riaccesa la miccia della violenza e della guerra la cui escalation va assolutamente fermata”.
“L’ONU e la UE si devono impegnare da subito per far cessare il fuoco ma anche garantire l’immediata convocazione del referendum”
“Stavolta però, seriamente, l’ONU e la UE si devono impegnare da subito per far cessare il fuoco ma anche garantire l’immediata convocazione del referendum di autodeterminazione – affermano da Anpas Toscana -. Perché questo avvenga è tuttavia essenziale un impegno primario dell’Italia, con il Governo e il Parlamento Nazionale, ma serve anche una convinta ripresa di iniziativa da parte della nostra Regione Toscana. Del resto questo è un preciso impegno che deriva anche dai numerosi patti di amicizia siglati a suo tempo tra Toscana e RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica) e da tutte le province ed oltre 200 comuni toscani”.
Alcune Pubbliche Assistenze si stanno già muovendo sul territorio per favorire precise prese di posizione di province e comuni: Anpas Toscana chiede alla Regione Toscana di fare lo stesso. “Contiamo su analoghe pressioni di Anpas Nazionale verso il Governo e il Parlamento che peraltro per la “causa Saharawi” ha ancora attivo (per quanto risulterebbe non convocato da anni) un apposito Intergruppo Camera-Senato”.
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