Cerimonia di premiazione all’Istituto Buontalenti di Firenze
La prima edizione del premio So.Le sulla lotta al bullismo ha visto come vincitrice la diciottenne Francesca Torrini.
Lotta al bullismo, parla la vincitrice del premio So.Le Francesca Torrini
«La mia vittoria l’ho guadagnata parlando. Attraverso le mie parola, raccontando prima a voce, e poi con il libro scritto assieme a mio fratello, ho superato le barriere che avevano creato davanti a me i bulli». Si esprime così Francesca Torrini, 18 anni, vincitrice della prima edizione del premio So.Le, come Ambasciatore della Solidarietà e Legalità. La studentessa, 18 anni, ha pubblicato un libro dal titolo ‘Storia di una vittoria’, in cui racconta il suo successo personale contro il bullismo, di cui è stata vittima per sette lunghi anni. A Francesca, nella sua scuola, l’Istituto Buontalenti, è stata consegnata una targa per l’impegno ispirato ai principi della solidarietà e della legalità, nello spirito di un ampio progetto (So.Le.), finanziato dalla Fondazione CR Firenze, sviluppato dalle Associazioni Apab e Aleteia, col sostegno dell’Assessorato all’istruzione e al welfare del Comune di Firenze e realizzato in via sperimentale presso l’Istituto Buontalenti.
La cerimonia e i presenti
Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, l’onorevole Gabriele Toccafondi, l’assessore regionale all’Istruzione, Alessandra Nardini, l’assessore all’Educazione del Comune di Firenze, Sara Funaro. Inoltre il presidente del Quartiere 4, Mirko Dormentoni e il Dirigente divisione anticrimine della Questura di Firenze, Fabio Valerio Pocek.
Lotta al bullismo, Francesca Torrini ha ricevuto anche una pergamena
La studentessa ha ricevuto dalle mani dell’assessore all’Educazione e Welfare del comune di Firenze Sara Funaro, una pergamena del comune di Firenze firmata dal Sindaco Nardella. Questo “per il suo impegno a contrastare il bullismo affinché possa essere un esempio virtuoso per il riscatto delle giovani vittime”.
Progetto So.Le e lotta al bullismo
Obiettivo di So.Le è di affrontare questioni come quella del bullismo, tendendo invece ad individuarne le motivazioni di certi comportamenti. I ragazzi coinvolti nel progetto hanno trovato una via all’interno della scuola, per sentirsi responsabilizzati e motivati in positivo. Per questo sono stati realizzati dei biscotti della legalità e solidarietà, donati al centro diurno per disabili il Giaggiolo.
Il progetto So.Le
Il progetto So.Le. prevede l’attivazione di uno sportello su chiamata. Questo è rivolto ai docenti e studenti ed è presidiato dai Social Coach. Nello specifico si tratta di operatori professionisti con differenti specializzazioni (mediatore e riparatore). Lo sportello consentirà alla scuola di gestire in maniera rapida i casi difficili. Ciò, prospettando come risposta non la sospensione. Questa infatti può essere in certi casi vissuta come un premio. Per ciò le prospettive sono di “attività socialmente utili” presso il terzo settore.
Maria Francesca Cellai, dirigente scolastica del Buontalenti sul progetto So.Le
«Il progetto -ha spiegato la dirigente scolastica del Buontalenti, Maria Francesca Cellai- nasce come risposta alle numerose azioni di bullismo che purtroppo nelle scuole sempre più spesso vengono poste in essere dai ragazzi, ragazzi che spesso non si rendono nemmeno conto della gravità delle loro azioni, finendo col far soffrire gli altri e commettendo persino dei reati. Da un lato con le forze presenti sul territorio, compresa la Questura, ma anche Fondazione CR Firenze, Apab e Aleteia, stiamo creando una rete per la sicurezza di questi ragazzi, però dobbiamo agire anche da un punto di vista pedagogico, con percorsi che sono sicuramente più faticosi, ma estremamente efficaci. La scuola, in tutto questo, non può rimanere sola, ma fare rete, proprio per vincere il bullismo insieme».
Il ruolo delle famiglie nella lotta al bullismo
Quanto alle famiglie, ha continuato Cellai, «agiscono in due modi: ci sono le famiglie che accettano la linea educativa della scuola e quindi partecipano consapevolmente al percorso dei propri figli, siano essi vittime o bulli. Ci sono invece famiglie che non accettano questo e si accollano la difesa dei propri figli, a prescindere. Quindi l’educazione, secondo me, deve essere volta anche verso la famiglia, che deve essere sostenuta nel caso della vittima, ma deve essere sostenuta anche nel caso in cui la famiglia sia del bullo. Perché la tendenza a giustificare, a dire ‘mio figlio non potrà mai aver fatto questo’, esiste ed è anche un istinto naturale».
Parola a Francesca Torrini
Ha raccontato Francesca Torrini: «Quei sette anni mi hanno cambiato tanto. Mi hanno tolto tanto. A me è successo molto spesso di non essere invitata ad una festa o di essere esclusa dalle attività del gruppo classe. Io ho dovuto subire, dato che ho una malattia al cuore, le prese in giro, dalle medie, perché purtroppo ero ingrassata per l’assunzione di farmaci. Oppure mi prendevano in giro perché non andavo bene a scuola o perché non mi truccavo o semplicemente perché sono credente. Mi strappavano i libri. Poi alle superiori sono arrivate anche le minacce di morte per telefono, a me e alla mia mamma. I bulli? io li ho perdonati. E ho chiuso quella porta che per tanto tempo è stata aperta. Al Buontalenti ho trovato la mia seconda vita».
Sulla lotta al bullismo, l’intervento di Gabriele Toccafondi
L’onorevole Gabriele Toccafondi ha parlato della questione. «La scuola è un percorso educativo, non è semplicemente un insieme di nozioni che ti servono per il mondo del lavoro. Io ringrazio i dirigenti e il personale scolastico che hanno aiutato una ragazza vittima di bullismo. Ecco, questo è il percorso scolastico, un percorso educativo fatto tra i ragazzi e che non nasconde niente. Per questo ci siamo battuti tanto per la scuola in presenza». Infine ha espresso i ringraziamenti. «Ringrazio la Regione Toscana perché è stata la prima a riaprire ed è stata di esempio per le altre Regioni».
La lotta al bullismo nelle parole di Alessandra Nardini
Alessandra Nardini: «Si può e si deve contrastare il bullismo a partire dal coraggio di Francesca, proprio per spiegare alle compagne e ai compagni quanto questi atteggiamenti possono essere dannosi verso chi li subisce. Io credo che il bullismo si combatta in primo luogo con la cultura, in un’alleanza tra scuola e famiglie. La scuola deve essere il luogo dell’uguaglianza e dei diritti, non certo il luogo dove ragazze e ragazzi vengono discriminati».
Sara Funaro assessore a educazione e welfare riguardo a Francesca
«Francesca è una ragazza coraggiosa – ha detto l’assessore a Educazione e Welfare Sara Funaro -. Per parlare della propria storia, che tra l’altro è molto complicata, bisogna avere tanto coraggio, tanto altruismo e tanta forza. Purtroppo, il fenomeno del bullismo continua a preoccupare, lo abbiamo visto a livello locale e nazionale. Stiamo cerando di attivare numerosi progetti per contrastarlo, sia sul fronte della prevenzione che su quello ripartivo. Lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo in collaborazione con Apab, Aleteia, Fondazione Cr Firenze e il Buontalenti con il progetto Sol.e, che mira alla riparazione del danno, e lo stiamo facendo con tante in numerose altre scuole con varie iniziative per contrastare il bullismo attraverso il progetto ‘Le Chiavi della città’, lavorando con i ragazzi, gli insegnanti e le famiglie».
L’importanza dei progetti contro il bullismo
«È necessario lavorare quotidianamente- ha continuato Funaro- i nostri progetti devono essere sempre più diffusi perché i ragazzi possano avere la possibilità di denunciare appena hanno il minimo sospetto per poter uscire da percorsi che rischiano di essere molto complicati e che possono lasciare ferite indelebili su di loro».
Gabriele Gori da Fondazione Cr Firenze
«Questa cerimonia – ha dichiarato il Direttore generale di Fondazione CR Firenze Gabriele Gori – giunge a poche settimane di distanza dalla collocazione della terza casetta per lo scambio gratuito dei libri che è stata collocata al giardino del Lippi in via Fanfani su iniziativa di molte delle istituzioni promotrici del premio. Sono due iniziative che hanno una grande forza sociale ed educativa e che vedono la nostra Istituzione in prima linea ogni volta che è possibile intervenire per formare ed educare i giovani. In questo caso sosteniamo volentieri il progetto So.Le. che opera cercando di individuare le motivazioni di determinati comportamenti prospettando lo svolgimento di attività socialmente utili in luogo della tradizionale punizione».
I ringraziamenti di Gori
«Ringraziamo- ha concluso Gori- le associazioni Apab e Aleteia per la costanza, la competenza e la generosità con cui svolgono la loro preziosa opera ed esprimiamo la nostra stima e vicinanza alla vincitrice del premio che ha saputo reagire con encomiabile maturità alle violenze subite per sette lunghi anni, ispirandosi ai principi della solidarietà e della legalità’».
La vicedirettrice di Apab e responsabile del progetto So.Le Gaia Citriniti
Gaia Citriniti, vicedirettrice di Apab e responsabile del progetto So.Le: «Lo spirito del progetto nasce dall’esperienza della giustizia riparativa delle associazioni Apab e Aleteia. Anziché allontanare l’adolescente dal percorso scolastico perché ha commesso un atto di bullismo, interveniamo perché vi sia una riparazione, in questo caso, assieme al terzo settore. In sostanza, il tempo della sospensione viene trasformato in ore socialmente utili».
Simone Stefani, presidente dell’associazione Aleteia
Simone Stefani, presidente dell’associazione Aleteia: «Il lavoro che stiamo facendo sul bullismo è di far sì che la vittima possa superare la propria situazione e, allo stesso tempo, far sì che chi compie azioni di bullismo, avvii un percorso di riparazione, in sinergia anche con gli psicologi della scuola, permettendo al ragazzo di rielaborare profondamente il vissuto e di superare un atteggiamento dannoso verso gli altri».
Lascia un commento