La reazione dell’Ordine alle immagini andate in onda lo scorso 7 aprile sulle tv nazionali
«Le immagini andate in onda sulle tv nazionali lo scorso 7 aprile relative alla situazione dell’ospedale di Pistoia non stupiscono purtroppo gli addetti ai lavori ma sono comunque un’ulteriore riprova della gravità della situazione. Sono praticamente identiche a quelle dell’aprile 2020, evidenziando come, nonostante siano passati tredici mesi, non sia cambiato niente sul fronte dell’emergenza dei servizi di cura». Sono le parole del consiglio direttivo dell’Ordine interprovinciale delle Professioni Infermieristiche di Firenze e Pistoia.
«Determinate situazioni potevano e dovevano essere previste e organizzate in maniera più proattiva – proseguono da Opi Fi-Pt -. Non possono essere concepite situazioni ospedaliere che ospitino persone Covid-19 positive e non positive con il rischio di passare da luoghi sicuri di cura a vettori di contagio. Il personale infermieristico e sanitario è stanco dei continui ritmi di lavoro, di organizzazioni turbolente che si modificano su stimolo dell’emergenza, invece di essere programmate su prevedibili indicatori epidemiologici. Altro elemento da considerare è la funzionalità delle strutture territoriali, malgrado il continuo appello per uno sviluppo e per investimenti sul territorio, sulla medicina generale e sull’infermieristica di famiglia».
L’Ordine «in quanto ente pubblico sussidiario dello stato riconosce nelle immagini andate in onda un estremo tentativo per gridare il disagio ma anche un possibile motivo di aumento di tensioni all’interno dei servizi sanitari e di sfiducia nella tenuta del sistema sanitario regionale da parte dei cittadini». «A nostro avviso – proseguono – tali difficoltà andrebbero risolte nelle sedi opportune dalle rappresentanze politiche e sindacali. E questo con il preciso intento di non spettacolarizzare il disagio e di disporre risposte adeguate, attraverso una migliore organizzazione, buone pratiche e un adeguato numero di personale qualificato. Vorremmo sapere con certezza dove sono stati collocati gli oltre 1500 infermieri assunti e gli altrettanti operatori socio sanitari, visto il continuo grido sull’assenza di personale, la stanchezza, la negazione delle ferie e dei riposi. Ci meraviglia l’essere arrivati alla terza ondata pandemica senza aver previsto una specifica filiera di servizi territoriali e ospedalieri dedicati al Covid parallela alla filiera di servizi per le attività ordinarie che ad oggi sono ridotte o, in alcuni settori, chiuse come nel 2020».
L’Ordine interprovinciale delle professioni infermieristiche di Firenze e Pistoia chiede, dunque, con urgenza al presidente della Regione Eugenio Giani e agli assessori regionali Simone Bezzini e Serena Spinelli di «rendere pubbliche le strategie poste in essere per l’Area Vasta Centro circa la garanzia di cure domiciliari, territoriali, ospedaliere alle persone positive e affette da Covid. E, in parallelo, di rendere pubbliche le strategie poste in essere per garantire il diritto di cura e assistenza alle persone con patologie cronico-degenerative. L’Ordine fa proprio il disagio degli infermieri e del personale con diversa qualifica che con esso collabora e chiederà incontri sulla sicurezza del personale, le tutele del diritto di riposo e ferie e anche un intervento di adeguamento tecnologico e di personale nei servizi territoriali e domiciliari. Non ultimo – conclude l’Ordine – un ambito che ormai attenzioniamo con assiduità sono le RSA che in questo anno di pandemia stanno attraversando un periodo estremamente difficile dovuto alla tipologia di ospiti clinicamente gravi e da una carenza cronica di personale sanitario e socio-sanitario».
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