Le parole di Massimo Lucchesi segretario generale dell’Autorità di Bacino a margine del convegno organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi a 10 anni dall’alluvione di Liguria e Lunigiana
«Nell’ambito del piano di gestione del distretto, si sta lavorando all’individuazione e pianificazione delle opere per la Toscana e per il territorio ligure». Così è iniziato l’intervento del segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale Massimo Lucchesi in occasione del webinar organizzato a 10 anni dall’alluvione di Liguria e Lunigiana. Durante il convegno, il Consiglio Nazionale dei Geologi e la Fondazione Centro Studi del CNG, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Liguria e l’Ordine dei Geologi della Toscana, hanno fatto il punto della situazione sul rischio idrogeologico nel nostro Paese.
«L’Autorità approverà a dicembre 2021 il piano di gestione rischio alluvioni, elaborato in stretto coordinamento con le Regioni»
«All’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale il 40% dei dipendenti è costituito da geologi, che stanno svolgendo un lavoro importante ad ampio raggio. L’Europa parla di alluvioni, di piano per la gestione delle acque però sulle frane pare ci sia una specificità tutta italiana – ha continuato Lucchesi -. Per questo penso che istituzioni come l’Autorità debbano mettere in risalto anche quelle che sono le nostre connotazioni territoriali. In quest’ottica, l’Autorità approverà a dicembre 2021 il piano di gestione rischio alluvioni. Elaborato in stretto coordinamento con le Regioni, parte attiva della governance della nostra Autorità».
«Secondo il nostro censimento su 24mila chilometri quadrati di distretto persiste il 12% di aree a pericolosità media e alta»
«Il piano di distretto è un report importante – ha spiegato Lucchesi -. Per esempio, l’Autorità di Bacino del Magra nel 2003 aveva già mappato le aree a pericolosità che sono state interessate dall’evento del 2011. Secondo il nostro censimento su 24mila chilometri quadrati di distretto persiste il 12% di aree a pericolosità media e alta. Nel piano, abbiamo inoltre preso in considerazione gli eventi intensi e concentrati, le cosiddette flash flood, che rappresentano chiari segni del cambiamento climatico in atto. Questo modo di procedere aiuta non a prevedere gli eventi avversi, che non sono pianificabili, ma a intervenire preventivamente e strategicamente sulle scelte. A partire da quelle urbanistiche».
Il territorio a cui si fa riferimento: Toscana, Liguria e in piccola parte Umbria
Il territorio di riferimento dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale comprende i bacini dell’Arno, del Serchio, del Magra, bacini regionali liguri e toscani. Un territorio di circa 24.300 kmq, che interessa Toscana, Liguria (e in piccola parte Umbria) e che si estende su 14 province e 464 Comuni. All’ente, è affidata la pianificazione e la programmazione in tema di difesa del suolo alla scala del bacino idrografico. Tra i suoi compiti c’è proprio l’elaborazione del Piano assetto idrogeologico (PAI) che tiene aggiornato il quadro conoscitivo in termini di pericolosità da alluvione e da dissesti geomorfologici. Con il Piano di gestione del rischio di alluvioni (PGRA) e il Piano di gestione delle acque (PGA) fornisce inoltre una fotografia costantemente aggiornata dello stato di salute dei fiumi.
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