Da Capraia e Limite alla foce, i progetti per la valorizzazione dell’asta fluviale
Si è svolta nei giorni scorsi, a Pisa, la presentazione del Contratto di Fiume Arno che abbraccia il territorio di riferimento del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, inserito nel progetto regionale “Un Patto per l’Arno”. I lavori dell’incontro, dal titolo “Il Batticuore: l’Arno che verrà e il mare”, sono serviti a tracciare una visione comune per la gestione dei rischi e la valorizzazione dei territori in un’ottica di sviluppo sostenibile. Tanti gli interventi che si sono susseguiti, moderati da Ilaria Nieri del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno.
«Avviamo oggi un percorso per valorizzare e armonizzare le varie esperienze lungo il fiume – ha detto Maurizio Ventavoli presidente del Consorzio 4 Basso Valdarno – creando un tavolo di lavoro condiviso. Approfitto di questo incontro anche per lanciare ‘Le donne dell’acqua’: un progetto che ci condurrà dalla storia passata ai tempi attuali per valorizzare la presenza delle donne nel settore idraulico, agricolo, ambientale».
«Mi auguro che questo processo che state sviluppando possa andare avanti e crescere – ha detto l’onorevole Chiara Braga membro della Commissione Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati -. Spero che possa diventare un punto di svolta anche per il riconoscimento dello strumento del contratto di fiume come un’occasione per lavorare per la sicurezza, tenendo sempre a centro l’ecosostenibilità».
«L’Arno non riguarda solo Arezzo, Firenze e Pisa ma sei province su dieci – ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani –. Tanti gli interventi già fatti e i progetti importanti in corso: dalla depurazione, che ha migliorato moltissimo la qualità delle acque, al progetto di navigabilità a Pisa e all’ottimizzazione dell’uso della risorsa idrica. Parlare dei fiumi significa toccare aspetti molto diversi: ambiente, sicurezza, storia e cultura. Tutti tasselli importanti per lo sviluppo del territorio».
«Il tema che unisce tutte le figure coinvolte oggi è una visione comune che può essere lo strumento giusto per governare una complessità – ha detto il direttore generale di Anbi, Massimo Gargano -. I temi da affrontare, in un Paese come l’Italia caratterizzato da un’economia originale e distintiva le cui punte sono l’ambiente, l’agrolimentare, la manifattura, sono le politiche attive del lavoro, il valore della biodiversità e il valore della partecipazione. E i Consorzi hanno un ruolo cruciale perché hanno nel loro Dna la partecipazione dal basso».
«Il nostro obbiettivo è arrivare alla firma di un vero e proprio ‘Contratto dei contratti’ – ha detto Massimo Lucchesi, segretario generale dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale –, grazie anche ai circa 50 Comuni che hanno firmato il patto e che si sono impegnati nel progetto. In questo percorso dobbiamo essere molto onesti e chiari, spiegando cosa possiamo fare e cosa no, tenendo sempre presente anche il rischio idraulico e la tutela della qualità dell’acqua».
«Se non mediamo attraverso i contratti di fiume – ha detto Marco Bottino presidente di Anbi Toscana – i fiumi rischiano di restare ostaggio delle posizioni più estreme. Il contratto di fiume è invece un luogo in cui si discute ma si arriva a sintesi, in modo da poter poi passare all’azione. Per questo i Consorzi di Bonifica della Toscana stanno da tempo promuovendo questo strumento di lavoro».
«Il fiume non è una realtà semplice – ha detto Francesco Pistone del Genio Civile Valdarno Inferiore – ma un insieme di interessi che devono andare tutti nella stessa direzione: per questo è importante il contratto di fiume. Fra gli aspetti fondamentali ci sono la manutenzione, la gestione delle opere presenti e la realizzazione di nuove. L’Arno ha una grande densità di opere idrauliche, ma resta fondamentale investire per costruirne di nuove».
«Molto importante, oltre agli interventi, è l’attività d’informazione – ha detto Paola Bertuccioli del Dipartimento della Protezione Civile -. Fondamentale in questo caso la campagna “Io non rischio” finalizzata proprio a informare la cittadinanza sui comportamenti corretti da tenere in caso di emergenza».
«Da sempre l’Arno ha rappresentato una risorsa enorme – ha dichiarato Monia Monni assessore all’Ambiente e alla Protezione Civile della Regione Toscana -. Il Patto dell’Arno è un percorso di valorizzazione del grande fiume toscano, ma anche degli altri corsi d’acqua del territorio. Lo sviluppo di modelli di gestione innovativi come i contratti di fiume ha trovato terreno fertile in Toscana, benché per tante amministrazioni si trattasse della prima esperienza. Questo impegno si inserisce in un quadro che registra dai 90 ai 100 milioni ogni anno investiti fra Regione Toscana e Consorzi di Bonifica per la messa in sicurezza e la valorizzazione del reticolo idrografico, ai quali si sommano i fondi europei».
«L’obbiettivo condiviso è arrivare a un Arno pulito, sicuro, da vivere – ha detto Matteo Biffoni presidente di Anci Toscana – e il contratto di fiume ci permette di creare un percorso condiviso in questo senso, aiutandoci a far scoprire, e riscoprire, il valore e le potenzialità del fiume. Inoltre il contratto ci consente di proporre una visione comune e un obbiettivo condiviso rispetto agli interventi singoli dei vari Comuni coinvolti».
«Occorre incrementare le infrastrutture verdi – ha commentato Federico Gasperini direttore di Legambiente Toscana – e rafforzare l’impegno nella tutela dell’ambiente. Un aiuto, in questo senso, può arrivare dal Pnrr. Il contratto di fiume, a sua volta, può essere lo strumento giusto per raggiungere questi obbiettivi».
«Ci sono tanti interessi e linguaggi diversi che si intrecciano lungo i corsi d’acqua – ha commentato Massimo Bastiani presidente del Tavolo Nazionale sui Contratti di Fiume – e il contratto di fiume serve a metterli in contatto. Il Patto dell’Arno ha un valore paradigmatico ed è una sperimentazione concreta del “contratto dei contratti”, cioè l’idea che più contratti di fiume possano integrarsi e operare insieme, in modo che a valle si sappia cosa succede a monte, e viceversa».
«I Comuni della Toscana sono quasi tutti esposti al rischio idrogeologico – ha detto poi Massimiliano Angoripresidente della Provincia di Pisa – e per questo è fondamentale il lavoro dei Consorzi di Bonifica che sono insostituibili per gli enti locali, sia nella manutenzione ordinaria che nei momenti di allerta».
«Stiamo lavorando da tempo per concretizzare la navigabilità dell’Arno – ha detto l’assessore di Pisa Raffaele Latrofa – e il nostro progetto si intitola ‘L’Arno unisce la città’ ma iniziative come questa dimostrano che l’Arno unisce la Regione e insieme a tutti voi possiamo ottenere un grande risultato».
«Stiamo cercando di chiudere la ferita aperta dall’alluvione del 1966 e ci stiamo riuscendo – ha commentato il sindaco di Pontedera, Matteo Franconi – grazie a una serie di interventi di messa in sicurezza e di valorizzazione del fiume». «Stiamo sviluppando una serie di percorsi di valorizzazione lungo i nostri corsi d’acqua – ha detto l’assessore di Pontedera Mattia Belli –. Il patto per l’Arno deve accelerare il percorso per la sicurezza idraulica, anche alla luce degli interventi eccezionali che stanno diventando sempre più ricorrenti».
«La cassa di Roffia ha un ruolo fondamentale per la sicurezza del territorio – ha commentato il sindaco di San Miniato, Simone Giglioli -. Si tratta di un bacino naturale sede oggi di molte realtà che non svolgono solo attività sportive ma hanno anche un ruolo di sentinelle, con un presidio continuo delle opere. È grazie a loro che questa zona può essere un vero e proprio parco all’aria aperta, a dimostrazione di quanto sia importante la collaborazione con le associazioni e con i cittadini. Uno dei miei sogni è far nascere anche una piccola spiaggia».
«Dobbiamo utilizzare le risorse del Pnrr per mettere più in sicurezza possibile il bacino dell’Arno – ha detto Giuseppe Torchia sindaco di Vinci – realizzando la casse di espansione, da Figline ai Renai, e completando infrastrutture strategiche per la messa in sicurezza idrogeologica della Regione. L’altro tema è quello della vivibilità e fruibilità, obbiettivi da perseguire con il contratto di fiume».
«Questi temi vengono affrontati oggi con una crescente sensibilità ambientale – ha detto Lorenzo Bani presidente del Parco Regionale Migliarino – e questo è molto importante. La mia idea è fare una staffetta lungo l’Arno, da una provincia all’altra, in modo da far avvicinare i cittadini all’Arno anche attraverso lo sport. Tutti i percorsi vicini al nostro fiume sono fondamentali. Un altro aspetto da affrontare è quello dei rifiuti che vengono gettati in Arno e trasportati verso la foce: dalle ruote delle auto a intere televisioni. Su questo serve un’opera di sensibilizzazione».
«A livello mondiale le donne hanno difficoltà ad accedere all’acqua in tutte le sue forme – ha detto Paolo Sanipresidente del Club per l’Unesco di Vinci – e l’acqua è spesso all’origine dei importanti conflitti. Il nostro impegno è quindi quello di far capire questi aspetti ed evidenziare queste criticità, partendo dai più giovani».
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