L’impegno su più fronti presentato nell’ambito del convegno di Anbi Toscana “Consorzi fra storia e innovazione”
Un impegno su più fronti per migliorare la qualità delle acque del lago di Massaciuccoli. È quello messo in atto dal Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, presentato nell’ambito del convegno “Consorzi fra storia e innovazione: 100 anni di bonifica” ospitato alla Fortezza da Basso di Firenze (Sala Rondino), nell’ambito di Earth Technology Expo. Un incontro promosso da Anbi Toscana, associazione che riunisce i sei Consorzi di bonifica regionali, per parlare di bonifica di ieri e di oggi, con la presentazione di alcuni dei progetti più innovativi realizzati dai Consorzi di Bonifica della Toscana sul suolo regionale.
Sono due, in particolare, i progetti presentati da Massimo Lucchesi del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord che si possono sintetizzare nel titolo: “Massaciuccoli, lavoriamo per la qualità delle acque del lago”. Il primo è il progetto Phusicos, finanziato dall’Autorità di Bacino dell’Appennino Settentrionale, che ha previsto la realizzazione di un bacino di sedimentazione per favorire il deposito del materiale terrigeno in sospensione (compresi nitrati e fosfati) e la realizzazione di buffer strips (aree vegetate inserite ai margini dei campi coltivati al fine di limitare l’erosione del suolo e migliorare la qualità dell’acqua). Combinate con agricoltura di copertura (cover crops), hanno lo scopo di limitare l’erosione del suolo e il trasporto di materiale solido verso il reticolo minore. In questo modo si favorisce la decantazione del materiale terrigeno trasportato dalle acque prima che queste vengano pompate nel lago.
Il progetto di fitodepurazione algale per le acque del lago di Massaciuccoli
L’altro progetto è relativo alla fitodepurazione algale, che ha visto la realizzazione di un impianto sperimentale di fitodepurazione per le acque del Lago, collocato nella bonifica di Massaciuccoli nei pressi dell’omonimo impianto idrovoro. La sperimentazione ha permesso di individuare le specie algali autoctone che massimizzano il processo fitodepurante delle acque, in termini di abbattimento delle concentrazioni di fosforo e azoto nelle condizioni ambientali lacustri. Si è proceduto a coltivare le alghe sia in una serra in loco, per riprodurre le condizioni di vita del Lago, sia nei laboratori dell’Università di Pisa. Le alghe sono in grado di assorbire e trattenere nitrati e fosfati contenuti nelle acque del bacino del Lago e l’acqua trattata con questo processo naturale, giunge quindi depurata al Lago.
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