L’Ordine toscano chiede che il governo disconosca la bozza del nuovo codice degli appalti pubblici licenziata dal Consiglio di Stato
«Mentre assistiamo a cambiamenti climatici che ci mettono di fronte a fenomeni naturali di intensità e frequenza sempre maggiore, si riesce a pensare che sia sensato semplificare il processo progettuale senza gli approfondimenti geologici, geomorfologici e idrogeologici, utili invece a comprendere quali effetti quei fenomeni possono avere su ciò che stiamo progettando». Con queste parole Riccardo Martelli, presidente per l’Ordine dei Geologi della Toscana, interviene sulla tragedia che ha colpito Ischia nei giorni scorsi.
«Vorrei fare un passo indietro, tornare al 20 ottobre scorso, quando il Consiglio di Stato ha licenziato la bozza del nuovo codice degli appalti pubblici. Perché quel passaggio è cruciale. Perché in Italia, nel 2022, riusciamo sia a rimanere attoniti di fronte a questi eventi sia a modificare il codice degli appalti eliminando la conformità geologica, geomorfologia e idrogeologica dagli obiettivi della progettazione di opere pubbliche (e poi private in un secondo momento) – prosegue -. Secondo il testo licenziato dal Consiglio di Stato, domani potremmo progettare una scuola, un ponte, una strada senza verificare se questo sia conforme alle condizioni geologiche idrogeologiche e idrauliche dell’area in cui viene realizzato. Ma davvero vogliamo questo? Ma non pensate anche voi che sia uno scandaloso passo indietro, proprio adesso che il clima richiede di farne due in avanti? Occorre piuttosto assicurare a tutti i livelli della progettazione delle opere, pubbliche e private, la conformità geologica, geomorfologica, idrogeologica, sismica. Dunque – conclude – ci auguriamo che il Governo disconosca il prima possibile il testo licenziato dal Consiglio di Stato, che in nome della semplificazione espone i cittadini ai rischi maggiori».
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