Presentati anche i dati su pericolosità geomorfologica del bacino del Serchio
Una prima occasione di confronto, discussione e condivisione sulla gestione del rischio da dissesti di natura geomorfologica, tematiche oggi più che mai attuali e prioritarie. Si è tenuta stamani a Lucca, nella sede dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale, la presentazione del progetto di Piano di bacino del distretto idrografico dell’Appennino settentrionale, stralcio Assetto Idrogeologico (PAI). L’incontro, durante il quale sono stati presentati anche i dati relativi alla pericolosità geomorfologica del bacino del Serchio, ha visto partecipare Comuni, enti, società e associazioni del territorio lucchese.
Il Piano, che ha già ricevuto una prima approvazione in linea tecnica lo scorso 30 novembre e verrà portato in adozione a Roma nella Conferenza Istituzionale Permanente di fine dicembre, interessa I’intero territorio distrettuale, ovvero Toscana, Liguria e parte dell’Umbria, coprendo 14 province, 455 Comuni e 24.300 Kmq di territorio. Dopo l’adozione del PAI nella Conferenza Istituzionale di dicembre, prenderà avvio la fase di consultazione sui documenti di piano attraverso la convocazione, a cura delle regioni, delle conferenze programmatiche. Al termine, il nuovo PAI sarà operativo per tutto il distretto e sostituirà l’attuale normativa dei vari PAI vigenti.
«Si tratta di un’importante innovazione per quanto riguarda la gestione della pericolosità e del rischio dovuto ai dissesti di natura geomorfologica – spiega Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale –: mappe elaborate con criteri omogenei alla scala distrettuale, aggiornamento in continuo del quadro conoscitivo della pericolosità attraverso un programma annuale di riesame delle mappe e un unico pacchetto di norme e indirizzi, applicabile su tutte le aree a pericolosità del distretto, condiviso con le regioni, che ne dovranno garantire il raccordo e la traduzione nel settore urbanistico».
Il bacino del Serchio
Al centro, i dati sul bacino del Serchio che, da un proprio PAI è passato alla nuova impostazione “distrettuale”, sia sotto l’aspetto tecnico che normativo. Le statistiche relative alla pericolosità geomorfologica, vedono l’85% del territorio (428 kmq) in classe di pericolosità P3 codice che indica learee potenzialmente instabili per fattori fisici o propensione al dissesto. Il restante 15% (75 kmq) è in classe P4, ovvero ha dissesti attivi. Ugualmente, l’85% dei residenti nell’area (32.936 persone) vive in zone con classe di pericolosità P3 e il restante 15% (5.967) in classe P4. Sul fronte delle aree residenziali sono in classe P3 l’88% e in P4 il 12%; ancora in zona P3 si trova il 63% delle aree commerciali/industriali (il 33% in P4), il totale delle strutture sanitarie e il 96% delle scuole (il 4% in P4). Guardando alle infrastrutture, il 96% delle autostrade e SGC e l’85% delle strade comunali sono in classe P3; peggiore il dato sulle statali e sulle provinciali: per le statali si registra un 75% di strade in classe P3 (quindi un quarto in P4) e per le provinciali il 77% in P3 e il restante 23% in P4.
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