Il report del Consorzio Lamma: lo scorso anno +1,3 gradi e l’ottobre più caldo di sempre
Un’estate torrida, la seconda più calda di sempre, e un autunno più caldo del normale, culminato con l’ottobre più caldo mai osservato in Toscana. Sono dati eccezionali quelli sul clima in Toscana presentati dal Lamma alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni. Dal punto di vista climatico il 2022 è stato un anno estremo su gran parte del pianeta, in particolare nell’emisfero nord, dove molte aree sono state colpite da siccità, inondazioni, incendi e prolungate ondate di calore. L’Italia e la Toscana non hanno fatto eccezione, registrando l’anno più caldo delle rispettive serie storiche: +1,15 °C e +1,3 °C rispetto al periodo di riferimento 1991-2020.
Su 12 mesi, 10 hanno registrato temperature superiori ai valori attesi
Diverse ondate di calore hanno interessato in particolare il nord Italia e la Toscana da maggio a metà agosto, segnando nuovi record di temperatura minima e massima. A livello regionale spiccano i 41 °C di Firenze e i 40 °C di Prato osservati il 27 giugno, temperature record che sono state l’apice di un fenomeno diffuso: tra il 15 maggio e il 15 luglio, nei soli capoluoghi di provincia, sono stati battuti ben 12 record storici di caldo. Ad un’estate torrida, la seconda più calda di sempre, è seguito un autunno più caldo del normale, culminato nell’eccezionale anomalia dell’ottobre più caldo mai osservato in Toscana. L’anno si è chiuso con il mese di dicembre più mite dell’intera serie storica (+2,7 °C rispetto alla media di riferimento). Su 12 mesi, ben 10 hanno registrato temperature superiori ai valori attesi.
Gozzini (Lamma): «il clima in Toscana sta rapidamente cambiando; servono adeguati Piani di Adattamento»
«I dati non sono rassicuranti – ha commentato Bernardo Gozzini, direttore del LaMMA – il consorzio tra Consiglio Nazionale delle Ricerche e Regione Toscana -. È evidente che il quadro climatico della nostra regione sta rapidamente cambiando ed è sempre più urgente che si delineino adeguati Piani di Adattamento, anche a livello locale. Le analisi climatiche che il LaMMA fornisce sulla Toscana vanno proprio nella direzione di contribuire a costruire un quadro conoscitivo di riferimento che è elemento necessario e fondante di ogni piano locale che possa supportare i nostri territori e sistemi produttivi ad adattarsi al clima che verrà nei prossimi 30-50 anni».
Un anno estremo anche in tema di precipitazioni, con lunghe fasi di siccità
Per quanto riguarda le precipitazioni, il 2022 è stato altrettanto estremo, con lunghe serie siccitose. Nel complesso la Toscana ha ricevuto solo il 13% in meno di pioggia rispetto agli anni precedenti (deficit più marcato sulle province settentrionali, dove si arriva ad un -30%), ma la distribuzione delle piogge ha visto lunghe e intense fasi siccitose (gennaio-marzo e maggio-luglio), interrotte da brevi parentesi eccezionalmente piovose (settembre, novembre e dicembre). Dal punto di vista pluviometrico le variazioni maggiori rispetto alle serie storiche si sono registrate ad ottobre (deficit del 94%) e a settembre (surplus di pari entità, +94%). Il regime pluviometrico della regione sta cambiando e occorre avviare una gestione più oculata della risorsa idrica.
Monni: per il clima in Toscana «doppia azione: rendere i territori più resilienti e contrastare le emissioni dei gas climalteranti»
«I dati ci mostrano che il tema della transizione ecologica è quanto mai urgente ed attuale, anche se sembra sparito dal nostro dibattito pubblico – ha detto l’assessore Monni -. Gli eventi meteo estremi, che anche quest’anno hanno causato non solo danni, ma anche vittime, sono l’aspetto più evidente di una situazione nel complesso drammatica: basta allargare lo sguardo per vedere che tutto è collegato. Anche i migranti che abbiamo accolto a Livorno stanno scappando da effetti del cambiamento climatico. La Toscana rigetta un modello di sviluppo che scarica sugli ultimi l’atteggiamento predatorio dei primi e vuol affrontare questo tema con una doppia azione da portare avanti in contemporanea: da una parte rendendo i nostri territori più resilienti, cioè più capaci di adattarsi ai cambiamenti, e dall’altra contrastando le emissioni dei gas climalteranti».
In questo senso, ha aggiunto Monni, la Regione «sta lavorando al Piano della transizione ecologica, che darà uno sguardo integrato a tutte le politiche che potranno avere effetti di mitigazione e contrasto ai cambiamenti climatici». Dal Masterplan della costa al Piano dei bacini o il Piano contro il dissesto idrogeologico, fino al progetto per la creazione di invasi di natura sia pubblica che privata. Sul fronte della lotta ai gas climalteranti, ci si muoverà soprattutto attraverso due strumenti: il Piano della transizione energetica, che punterà su geotermia e fotovoltaico.
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