“Il rischio è che le semine di frumento duro, frumento tenero, orzo, farro non germoglino”
Terreni aridi come a settembre, fiumi come il Serchio e l’Arno che tornano sotto il minimo storico a causa delle scarsissime precipitazioni che in molti territori sono assenti anche da più di un mese, nevica fino ad ora insufficienti, ciliegi, peschi e mimose già in fiore come in primavera per il caldo anomalo e così, tra il rischio siccità e il rischio gelate, torna a montare la preoccupazione tra gli agricoltori.
A lanciare l’allarme è Coldiretti Toscana che spera ora nell’arrivo dell’annunciata perturbazione con pioggia e neve che sono importanti per aiutare i cereali in campo e consentire le lavorazioni dei terreni per preparare le semine primaverili in una situazione in cui si registra un deficit idrico del 30%. Per effetto dei cambiamenti climatici e degli eventi estremi nel 2022 il 10% dei raccolti è andato perso con la sola siccità che costata alla nostra agricoltura 260 milioni di euro.
“Le preoccupazioni principali provengono dal settore cerealicolo – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Le piogge di novembre e dicembre avevano ritardato le lavorazioni in campo e la messa a dimora delle semine autunno vernine che sono slittate a gennaio e febbraio. Nel momento in cui avrebbero avuto bisogno di acqua non piove. Il rischio è che le semine di frumento duro, frumento tenero, orzo, farro non germoglino perché imprigionati sotto il terreno indurito o che soffrano compromettendo il prossimo raccolto. Ad oggi, nello scenario attuale, le probabilità di ritrovare ad affrontare un’altra stagione in piena emergenza siccità sono molto elevate. Ecco perché è necessario accelerare sul piano invasi. La Regione Toscana, su iniziativa del Governatore Giani, ha attivato un tavolo regionale di cui facciamo parte con l’obiettivo di varare una normativa che consenta alle imprese agricole di rimettere in funzione e ripristinare gli oltre 16 mila piccoli invasi che oggi sono già presenti nella nostra regione ma che la burocrazia rende impossibile ripristinare. Laghetti ed invasi aziendali non assicurano solo acqua all’agricoltura ma sono un presidio di prevenzione e lotta agli incendi”.
Non solo invasi e laghetti. Coldiretti punta sulle nuove tecnologie per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici promuovendo l’uso razionale dell’acqua, sviluppando sistemi di irrigazione a basso impatto e colture meno idro-esigenti. Devono andare in questa direzione la nuova Pac, la Politica Agricola Comune, e le scelte della Regione Toscana, grazie alla collaborazione con la vice presidente, Stefania Saccardi, attraverso il complemento dello Sviluppo Rurale 2023 – 2027. “La nostra agricoltura resta competitiva se investe sulle nuove tecnologie. E’ una forte spinta anche alla nascita di nuove imprese giovanili. – conclude il Presidente di Coldiretti Toscana – La tecnologia è una risposta anche all’emergenza climatica e agli effetti della guerra sui costi di produzione. La disponibilità di acqua –- è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare ed agroalimentare di qualità regionale”.
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