Le strategie per tutelare l’ecosistema da gaggìa e gambero killer
Il problema delle specie aliene che minano gli ecosistemi autoctoni è presente in buona parte della Toscana. Anche nelle aree di competenza del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, dove da tempo si è impegnati nel contenimento del gambero killer (Procambarus clarkii) e della specie vegetale aliena Amorpha fruticosa, o falso indaco, localmente chiamata gaggìa.
Il proliferare di queste specie aliene invasive ha inizio nei primi anni ’90 del secolo scorso. Si tratta di specie provenienti principalmente dal continente americano, che hanno trovato condizioni climatiche ed ecologiche ideali alla loro eccezionale diffusione, contribuendo in modo determinante alla degradazione degli habitat palustri originari e alla scomparsa di moltissime specie.
La prima esperienza del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno con le specie aliene risale al 2012, quando l’allora Consorzio di Bonifica del Padule di Fucecchio risultò beneficiario di un contributo europeo nell’ambito del programma Life.
In particolare, il progetto Life “Sos Tuscan wetlands” dell’importo di circa 1 milione e 400 mila euro è stato condotto in collaborazione con il dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze e cofinanziato al 50% dalla Unione Europea edha interessato il Lago di Sibolla, il Bosco di Chiusi, la Paduletta di Ramone e marginalmente l’area contigua del Padule di Fucecchio, tutte aree di particolare pregio ambientale e inserite tra i Siti di Interesse Comunitario (Sic).
«Il Consorzio si è occupato del controllo di due specie animali aliene (nutria e gambero killer) e della specie vegetale aliena Amorpha fruticosa (localmente conosciuta come gaggìa) – spiega Maurizio Ventavoli, presidente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno -.
Gli interventi eseguiti sulla gaggìa nell’ambito del progetto hanno portato buoni risultati e possono essere ripetuti in altre aree, tra cui anche il Padule di Fucecchio, e da altri Consorzi della Toscana. Il nostro Consorzio sta tuttora continuando il controllo della gaggìa nel Lago di Sibolla nell’ambito del periodo di manutenzione obbligatoria Post Life – conclude Ventavoli – e per il 2023 ha messo a bilancio 100mila euro per contrastare il proliferare di questa specie».
Un problema che accomuna tutta la regione: a Pistoia il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, in sinergia con il Cnr e le Università di Pisa e Firenze, lotta da anni contro il poligono del Giappone. La stessa pianta, più recentemente, è apparsa anche ad Arezzo, lungo il corso dell’Arno, dove opera il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno.
Nei corsi d’acqua del comprensorio gestito dal Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord, è invece segnalata la presenza del “millefoglio americano”, già inserito dalla Commissione Europea nell’elenco delle specie esotiche e invasive di rilevanza comunitaria. Il Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa e il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud sono invece impegnati nell’eradicazione delle popolazioni di Arundo donax, pianta aliena e infestante, mentre un po’ in tutta la regione si fanno i conti
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