Il punto sul confronto relativo al contratto di fiume per il torrente Egola
«Il nostro scopo è monitorare il territorio e salvaguardare le opere sui corsi d’acqua, collaborando con le istituzioni e le realtà associative locali per abbassare il rischio idraulico.
La sicurezza è la priorità nel nostro lavoro, insieme alla tutela ambientale. Purtroppo, però, la sicurezza assoluta a livello idraulico non esiste». Così Maurizio Ventavoli, presidente del Consorzio 4 Basso Valdarno durante un confronto sul contratto di fiume per il torrente Egola che è avvenuto nei giorni scorsi a San Miniato, in occasione della cinquantaduesima Mostra mercato del Tartufo Bianco.
L’iniziativa è stata organizzata dal Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno insieme ai Comuni di San Miniato, Castelfiorentino, Montaione, Gambassi Terme e Fucecchio.
L’evento è stato moderato dal giornalista Fabrizio Morviducci. Hanno preso la parola Marzio Gabbanini presidente della Fondazione San Miniato Promozione, Simone Giglioli sindaco di San Miniato, Maurizio Ventavoli presidente del Consorzio 4 Basso Valdarno, il senatore Dario Parrini, Massimo Bastiani coordinatore del Tavolo Nazionale Contratti Fiume, Valdo Spini presidente della Commissione Cultura degli stati generali del patrimonio italiano, Paola Rizzuto coordinatrice nazionale delle donne dell’acqua, Maurizio Gubbiotti referente del tavolo nazionale contratti di fiume, Ilaria Nieri consulente del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno.
«Guardando indietro alla storia dell’Egola negli ultimi trent’anni non possiamo che constatare che tanti interventi sono stati fatti (come le casse di espansione o il ponte sul fiume), riducendone il rischio idraulico – ha detto il sindaco Simone Giglioli -. Il contratto dell’Egola è senz’altro un modo per far vivere il fiume in sicurezza ma anche per valorizzare le nostre tartufaie, che sorgono proprio lungo l’Egola».
«In Italia ci ritroviamo a inseguire le emergenze. Per ideare i progetti occorre, invece, partire dalle esigenze dei territori, ascoltarle, e non più fare i primi passi in base alle risorse – ha sottolineato Massimo Bastiani -. I contratti di fiumi servono a questo. È il modo corretto di procedere, per spenderle bene e in modo efficace».
«L’acqua è patrimonio di tutti, da gestire con criteri di solidarietà – ha spiegato Paola Rizzuto -. E la sfida dei contratti di fiume è valorizzarli, cercando di dimostrare come un disegno attento alle politiche pubbliche potrebbe sostenerli, generando una politica di concertazione per tutelare valori collettivi. I cittadini, con i contratti di fiume, hanno la possibilità di partecipare ai momenti decisionali, incidendo anche sulle agende politiche».
«I contratti di fiume sono una delle esperienze più innovative degli ultimi anni – ha evidenziato Maurizio Gubbiotti -. I fiumi, come i parchi, hanno in comune la stessa sfida: migliorarne la fruizione. Per farlo il modo migliore è coinvolgere le persone, ascoltando i loro bisogni relativi a questi luoghi».
«Il brand del tartufo di San Miniato non prescinde da come vengono gestiti acqua e ambiente dove esso nasce e cresce – ha dichiarato l’onorevole Valdo Spini -. E a questo ambiente occorre guardare come opportunità, sociale ed economica. Chi in passato negava il rischio del riscaldamento della biosfera è stato messo di fronte a una verità innegabile negli ultimi tempi. Dobbiamo lavorare per essere preparati, in modo da evitare di mettere in crisi le nostre risorse e la nostra economia. E, in questo, il contratto di fiume può essere la carta vincente che aspettavamo».
«I contratti di fiume sono uno strumento che persegue due obbiettivi contemporaneamente: la valorizzazione dei nostri fiumi, per godere delle risorse che questi luoghi ci offrono, e sviluppare una cultura al contrasto del rischio idrogeologico – è intervenuto così il senatore Dario Parrini -. I contratti di fiume sono strumenti significativi per la difesa del territorio».
«I corsi d’acqua devono essere visti non come valori negativi ma come valore aggiunti di un territorio – ha detto Ilaria Nieri -. E su questo le associazioni di volontariato, in accordo con i Comuni e gli enti, sono un valido aiuto. I contratti di fiume si portano dietro un lavoro di squadra importante e si caratterizzano per la loro dinamicità: chiunque può consultarli e aderire. Su richiesta della Protezione civile di San Miniato, il Consorzio di Bonifica ha partecipato anche alla campagna “Io non rischio”, a dimostrazione che essere sussidiari tra le varie realtà del territorio possa essere costruttivo per il futuro della società».
«Complimenti al Consorzio per il lavoro che svolge sul territorio – ha commentato Marzio Gabbanini -. Il tartufo al centro della nostra mostra mercato è in linea anche con questo confronto sul contratto di fiume per il torrente Egola, ci fa pensare quanto San Miniato possa essere importante riferimento per queste discussioni ed eventi».
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