Un ibrido appositamente creato da Rose Barni per il personale sanitario, donato da Opi Firenze-Pistoia
Da oggi, nell’area verde antistante l’ospedale San Jacopo di Pistoia, dimora una rosa dedicata a tutta la categoria professionale degli infermieri. Si chiama “La Cura®” ed è un ibrido realizzato da “Rose Barni”, storico vivaio di Pistoia che produce rose d’autore dal 1882, che l’ha donata ai professionisti sanitari durante gli eventi organizzati da Opi Firenze-Pistoia in occasione della Giornata internazionale dell’Infermiere lo scorso maggio.
La cerimonia di consegna si è tenuta alla presenza di David Nucci, presidente di Opi Firenze-Pistoia, Lucilla Di Renzo direttore sanitario del presidio ospedaliero pistoiese,
Paolo Cellini direttore infermieristico dell’Ospedale San Jacopo, Vittorio Barni contitolare insieme alla cugina Beatrice dell’azienda Rose Barni, Francesco Branchetti infermiere che è stato il motore dell’iniziativa e Sandra Pisaneschi consigliera di Opi Firenze Pistoia.
«Oggi è la seconda giornata di consegna della Rosa “La Cura” – ha detto David Nucci, presidente di Opi Firenze-Pistoia -: dopo quella all’Ospedale Santa Maria Nuova di Firenze siamo davanti all’ospedale San Jacopo, nella zona dove questo fiore nasce, grazie all’iniziativa del collega Branchetti e al lavoro del vivaio Barni. Questo fiore è particolarmente resiliente e la sua struttura a cespuglio rimanda all’idea di gruppo, proprio a simboleggiare l’unione che caratterizza la nostra professione, perché è solo in gruppo che possiamo vincere le sfide che ci pone l’infermieristica del futuro».
«Questa è una dedica alla professione infermieristica, per riconoscere l’alto valore della professione nell’assistenza a tutte le persone che hanno bisogno – ha commentato Lucilla Di Renzo direttore sanitario del presidio ospedaliero pistoiese -. La rosa è il fiore simbolo di tutti i giardini: nel giardino del nostro ospedale abbiamo l’onore di ospitare da oggi questo omaggio alla professione infermieristica».
«È una giornata dal significato profondo perché la rosa è stata consegnata in occasione della Giornata dell’Infermiere ed è nata dall’idea di un collega in sinergia con l’Ordine, poi raccolta da Rose Barni, che ha creato un ibrido interamente dedicato alla professione infermieristica – ha aggiunto Paolo Cellini direttore infermieristico dell’Ospedale San Jacopo -. Una rosa dalle caratteristiche particolari che si ritrovano proprio nella professione, dal colore al nome, La Cura, che è il cuore del lavoro dell’infermiere fino al fatto che la sua struttura a grappoli dà il senso dell’equipe e alla sue caratteristiche di resistenza e resilienza».
“La Cura” produce grandi mazzi di infiorescenze, a indicare l’importanza del fare squadra e dello stare insieme
Apparentemente una rosa molto semplice, a cinque petali, è in realtà una varietà molto complessa, in grado di produrre grandi mazzi di infiorescenze, a indicare l’importanza del fare squadra e dello stare insieme. È una rosa rossa, a simboleggiare la vita. «Si tratta di una varietà sana che si presta chiaramente a rappresentare un corpo importante come quello degli infermieri – ha spiegato Vittorio Barni di Rose Barni – . È estremamente rifiorente, quindi tiene le fioriture dalla primavera fino al tardo autunno ed ha come colore un bellissimo rosso vellutato».
«Quest’ iniziativa nasce dall’esperienza tragica del Covid; sembra un paradosso, però da cose tragiche possono fiorire cose molto belle – racconta l’infermiere Francesco Branchetti -. Durante la pandemia ho pensato che fosse necessario costruire memoria di quello che stava accadendo, perché la tragedia del Covid non si trasformasse in futuro in un mero dato epidemiologico. Era necessario un simbolo e mi è sembrato che quello da poter utilizzare per tutte le persone che si prendono cura degli altri potesse essere un fiore, così ho coinvolto Rose Barni che fa anche ricerca scientifica e la dottoressa Beatrice Barni ha creato questa rosa appositamente per noi».
«Quando ho raccolto l’idea di Francesco Branchetti avevo qualche perplessità – ha detto Sandra Pisaneschi, consigliera OPI Fi-Pt e fra gli ideatori del progetto – ma col passare del tempo è aumentata dentro di me l’idea che la rosa ci rappresentasse. L’Ordine mi ha dato l’ok e quindi ho avuto un contatto diretto con Beatrice Barni: proprio lei, una mattina, a telefono, mi ha spiegato di essere in serra a coccolare e curare la rosa per provare a farla sbocciare per il 12 maggio, giornata dell’infermiere. In quel momento ho capito quanti punti in comune ci fossero fra questo splendido fiore e la nostra professione».
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