L’incontro si terrà il 4 ottobre a Firenze, e servirà per riflettere insieme sulle possibili politiche di gestione del territorio
In risposta ai recenti eventi alluvionali che hanno colpito la Romagna, l’Alto Mugello e la Val di Cecina, la Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali e l’Ordine dei Geologi della Toscana annunciano la creazione di un tavolo di confronto per affrontare l’emergenza climatica e ridisegnare le politiche di gestione del territorio aperto.
L’incontro si terrà il 4 ottobre presso la sede della Federazione, in via Fossombroni 11, a Firenze, e servirà per riflettere insieme sulle possibili politiche di gestione del territorio aperto, a difesa delle aree urbane e della sicurezza ambientale.
La recente alluvione che ha interessato la Romagna e i dissesti che hanno colpito l’Alto Mugello e la Val di Cecina ripropongono uno scenario già visto: fenomeni che dovrebbero essere osservati una volta nella vita, come ci dice la statistica applicata alle serie storiche degli eventi eccezionali nei decenni passati, ma che si ripetono ormai a distanza di pochi mesi. L’aumento della frequenza di eventi di enorme portata è effetto di dinamiche climatiche globali nuove e imprevedibili nella loro evoluzione.
La necessità di avviare un confronto tra Agronomi Forestali e Geologi, scaturisce dalla consapevolezza dell’urgenza di una nuova e più ampia riflessione sui cambiamenti climatici e dalla necessità di un cambio di passo nella pianificazione territoriale.
«In uno scenario in cui sempre più frequentemente ci troveremo a misurarci con eventi meteo violenti ed improvvisi, il territorio aperto deve avere una funzione di presidio per le aree urbane, oltre a garantire la sicurezza degli ecosistemi che ospita – commenta Riccardo Martelli, Presidente Ordine Geologi Toscana – Riteniamo per questo necessario studiare, insieme a chi progetta e pianifica le attività agricole e forestali, nuove politiche di pianificazione per tali aree. È ad esempio fondamentale adottare sistemi di governo delle aree agricole e boscate capaci di rallentare e diminuire gli afflussi di acqua che si generano nel corso di eventi eccezionali e che impattano in modo pesantissimo sulle nostre aree urbane» conclude Martelli.
«Osserviamo un’accelerazione degli effetti dei cambiamenti climatici in corso che continua a recare danni ai territori e che impone idee nuove e interventi risoluti. Un cambio di passo nelle misure di governo delle aree rurali diventa necessario e urgente , sia nel breve che nel medio-lungo periodo – commenta Alessandro Trivisonno, Presidente Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali della Toscana – Desideriamo quindi mettere a disposizione del decisore pubblico le migliori competenze professionali insieme ai geologi, con cui accettiamo la sfida di proporre soluzioni alternative alla gestione del territorio aperto, dall’adozione di pratiche agricole e forestali che favoriscono l’assorbimento dell’acqua alla riconversione degli insediamenti in “città spugna”, riducendo così la vulnerabilità dei territori alle inondazioni».
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