«Salviamo villa Menotti, luogo della memoria». L’appello dell’Associazione Nazionale Case della Memoria è chiaro: salvare la villa di Ciro Menotti, un grande personaggio del Risorgimento, che rischia di andare persa. L’edificio, situato a Spezzano nella frazione del Comune di Fiorano Modenese (Modena), versa infatti in un desolante stato di degrado e sta letteralmente cadendo a pezzi.
Rigoli: «Il Comune intervenga per il recupero di Villa Menotti»
«Questa villa così importante per la storia del patriota è in grave degrado – commenta Adriano Rigoli, presidente dell’associazione con sede a Prato che mette in rete 78 case museo sul suolo italiano -. Sarebbe un peccato, anche per il territorio in cui si trova, non recuperarla come luogo di memoria. Chiediamo che il comune intervenga e si faccia promotore del relativo recupero, magari attivando una collaborazione concreta tra pubblico e privato».
Case della Memoria, nella rete altri importanti personaggi del Risorgimento
«La nostra associazione appoggia a gran voce la richiesta di non lasciare che questo bene cada nell’oblio – prosegue Adriano Rigoli, presidente dell’associazione -. Solo così potrebbe essere valorizzata come Casa della Memoria inserita nella nostra rete nazionale, in cui figurano le case di altri importanti personaggi del Risorgimento. Tra loro Garibaldi per la Villa di Petrazzi a Castelfiorentino, Francesco Domenico Guerrazzi per la Villa La Cinquantina a Cecina. E ancora la poetessa inglese Elizabeth Barrett a Firenze che appoggiò l’unificazione italiana, don Giovanni Verità a Modigliana, Aurelio Saffi a Forlì e molti altri».
Capaccioli: «Valorizzare la figura di Menotti e le produzioni del territorio»
«Siamo pronti – prosegue il vicepresidente dell’associazione, Marco Capaccioli – a valorizzare la figura di Ciro Menotti. Ma anche le produzioni storiche del territorio in cui si trova l’edificio, come la ceramica. Dopotutto, anche la casa natale di Enzo Ferrari (a Modena) rientra nella nostra rete delle Case della Memoria. Ci appelliamo alle istituzioni perché l’importante patrimonio culturale rappresentato da questa casa non vada disperso».
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