La ripartenza del network delle dimore storiche è nel segno del grande scienziato
La Villa Galileo di Firenze entra a far parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria. Una ripartenza con slancio quella dell’Associazione che mette in rete case museo di grandi personaggi di tutta Italia. Il ‘post-Covid’ vede affacciarsi tra le case dei grandi personaggi la 79ª Casa. E’ quella in cui Galileo Galilei trascorse l’ultima parte della sua vita. Fino alla morte nel 1642, dopo esservi stato confinato agli arresti domiciliari dalla condanna del Santo Uffizio del 1633.
Dalla Villa – in cui Galileo continuò a studiare insieme ai collaboratori Vincenzo Viviani ed Evangelista Torricelli – partì per la sua prima stampa, nel 1632, il manoscritto del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”. Fu sequestrato dopo pochi mesi. Sempre nella dimora, detta anche Villa Il Gioiello dal nome della tenuta, fu completata l’ultima grande opera dello scienziato. Ovvero i “Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze”, pubblicata quando Galileo era ormai perso la vista.
Villa Galileo si trova a Firenze sul colle di Arcetri. Insieme al suo giardino racconta ancora oggi ai visitatori gli studi scientifici, gli affetti familiari. Ma anche le relazioni con gli allievi e la passione per le vigne di Galileo. Lo scienziato affittò la Villa nel 1631, spinto dalla figlia Virginia. Virginia era monaca con il nome di Suor Maria Celeste, insieme alla sorella minore, nel monastero di San Matteo, poco distante. Le figlie desideravano che il padre, ormai anziano, abitasse vicino. E, infatti, dalla finestra della stanza della villa che scelse come studio, Galileo poteva vedere la vigna del convento delle sue figlie. A testimonianza del rapporto tra Galileo e Virginia esistono ancora oggi 124 lettere scritte da lei al padre che presentano aspetti umanissimi della vita di Galileo.
Rigoli: “l’ingresso di Villa Galileo ci sprona a portare avanti la nostra missione: sostenere le realtà al di fuori di grandi circuiti”
«L’ingresso di Villa Galileo, una ‘Casa’ profondamente importante per tutta la nostra rete, è ancora più significativo in un periodo come questo in cui domina l’incertezza – commenta Adriano Rigoli, presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Accogliere la casa di un personaggio che aveva convinzioni profonde che hanno non solo fondato la scienza moderna, ma rivoluzionato il modo di approcciarsi e di vedere il mondo, ci sprona ancor di più a portare avanti la nostra missione. Quella di sostenere le piccole realtà che esistono al di fuori di grandi circuiti. Con la speranza che le nostre Case della Memoria tornino ad avere il ruolo e l’attrattività che meritano».
Capaccioli: “da tempo sosteniamo la necessità di tornare a un turismo capace di alimentare buone pratiche”
«Noi da tempo, forse in controtendenza, sosteniamo che il turismo mordi e fuggi è un turismo malato. Sottolineando la necessità di tornare a un turismo più sostenibile, più attento e capace di alimentare buone pratiche. – aggiunge Marco Capaccioli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. E vogliamo pensare di poter dare il nostro contributo nel ribaltamento di questo sistema. Siamo convinti che quello che chiamiamo “il turista del Terzo Millennio” debba tornare a scoprire le bellezze dei territori senza per forza ricorrere ai grandi circuiti turistici. Che si sono dimostrati fragili».
«Fin dalla sua fondazione – prosegue – l’Associazione Nazionale delle Case della Memoria ha posto tra i suoi obiettivi l’attenzione e il sostegno a quello che si definisce un “turismo d’esplorazione”. Non un turismo d’élite, ma un movimento di persone curiose di conoscere il meraviglioso quotidiano che ci circonda. E che può ricomporre fruttuosamente la frattura tra centro e periferie, tra mete cosiddette “minori” e capitali della cultura. Questa vuole essere la nostra rivoluzione e speriamo che l’ingresso di Galileo fra i ‘nostri’ grandi sia di buon auspicio per un Nuovo Rinascimento».
Benvenuti: “una grande personalità e la sua opera si comprende più profondamente entrando in contatto con la sua casa”
“Siamo molto lieti – afferma Marco Benvenuti, presidente del Sistema Museale dell’Ateneo fiorentino – di poter inserire Villa Galileo all’interno di questa prestigiosa rete di dimore appartenute a figure che hanno veramente fatto grande il nostro Paese. E condividiamo anche il fatto che una grande personalità e la sua opera nel campo della scienza, come della cultura e della storia, si comprenda più profondamente entrando in contatto con la sua casa. Il suo ambiente, il suo orizzonte di vita”.
Villa Galileo, Monumento Nazionale dal 1920
La Villa, dal 1920 Monumento Nazionale, appartiene al Demanio dello Stato, settore storico-artistico, in consegna all’Università degli Studi di Firenze. Questa, attraverso il Sistema Museale di Ateneo, cura il mantenimento e la valorizzazione della dimora e del resede con l’appezzamento di terreno dove era l’orto galileiano. Restaurata nel 2006, la Villa ospita conferenze e seminari organizzati dai centri di ricerca e alta formazione di Arcetri, uniti nell’iniziativa “Il Colle di Galileo”.
Nell’ottobre del 2018è stato curato un nuovo allestimento. Reso possibile da un progetto promosso da Fondazione CR Firenze e da “Il Colle di Galileo”, con il supporto del Museo Galileo e dell’Accademia dei Georgofili. Gli interventi si sono concentrati sulla ricostruzione e sull’arredo di alcuni ambienti significativi: lo studiolo, la cucina e la cantina.
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