Matulli e Mazzoni: «La storia è una chiave per affrontare le pandemie sanitarie e populiste del XXI secolo e combattere l’impoverimento culturale». Novità e cambiamenti nell’istituto storico della Resistenza.
Istituto storico della Resistenza e il nuovo consiglio
L’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea ha un nuovo consiglio. Eletti lunedì 15 febbraio da un’assemblea dei soci per la prima volta convocata in modalità online, ecco i nuovi soci. Sono 18 i nuovi titolari delle cariche sociali, in prevalenza storici con una presenza molto qualificata e variegata della società fiorentina e toscana.
Chi sono i consiglieri dell’istituto storico della Resistenza
Ecco anzitutto i consiglieri eletti in rigoroso ordine alfabetico. Franca Maria Alacevich, Pier Luigi Ballini, Leonardo Bianchi, Roberto Bianchi, Luca Brogioni, Camilla Brunelli, Pietro Causarano. Francesca Cavarocchi, Paul Corner, Valeria Galimi, Stefano Grassi, Gianluca Lacoppola, Giuseppe Matulli, Andrea Morandi, Mario Rossi, Irene Stolzi, Diana Toccafondi e Luigi Tomassini. Al voto sei sono presentati 25 candidati, come prevede lo Statuto, 12 consiglieri uscenti e 13 nuovi all’esperienza operativa nell’Istituto.
Le dichiarazioni di Matulli, presidente di Istituto
«I neoconsiglieri dovranno misurarsi con i nuovi scenari del XXI secolo. Non solo pandemia sanitaria, ma pandemia “populista”, nuove culture e nuovi sistemi di valore – ha sottolineato il presidente dell’Irst Giuseppe Matulli nel suo messaggio all’assemblea – L’Istituto deve diventare più flessibile ma tenere saldamente la barra di una politica della storia che contrasti il rischio di impoverimento culturale in un mondo caratterizzato dal progresso tecnologico».
Parola al direttore Matteo Mazzoni
Il direttore Matteo Mazzoni ricorda i risultati ottenuti nell’ultimo difficile anno di pandemia, nonostante le criticità legate alle chiusure e alla riduzione dei finanziamenti. «La prospettiva strategica dell’Istituto, che riunisce ambiti ed attività spesso suddivisi fra enti diversi (dalla tutela del patrimonio, alla ricerca storica, dalla didattica alla divulgazione), parte dal lavoro di coordinamento degli istituti provinciali realizzato in questi anni e dalla competenza e passione di tutti coloro che vi lavorano e vi collaborano».
Simone Neri Serneri, il suo ruolo importante sottolineato da Matulli e Mazzoni
Matulli e Mazzoni hanno poi sottolineato il ruolo importantissimo di Simone Neri Serneri e della sua lunga gestione prima come direttore e poi come presidente ed evidenziato la particolarità dello stretto rapporto tra Irst e Regione Toscana nel contesto della politica della memoria sempre fondata su un rigoroso approccio storico. Entrambi confidano che la Regione, pur nell’eccezionalità della situazione, confermi i contributi previsti così da poter mantenere tutte le attività culturali a servizio del territorio.
La partecipazione all’assemblea
L’assemblea ha visto una larga partecipazione dei soci, più di 65 gli intervenuti che hanno animato un confronto di grande qualità insieme all’assessora regionale alle Politiche della memoria Alessandra Nardini, che ha ringraziato l’Irst e la rete degli istituti provinciali della Resistenza e dell’età contemporanea per il loro fondamentale ruolo di “presidio” culturale in un periodo di revisionismi e sovranismi, confermando anche l’impegno finanziario della Regione.
I dati emersi dall’assemblea
Il confronto in assemblea ha messo in evidenza la necessità per l’Isrt di lavorare ancor più decisamente, in rapporto con le istituzioni, per “storicizzare la memoria” e per incidere sulla cultura del territorio. Grande attenzione è stata dedicata anche alla questione dell’educazione alla cittadinanza, nuova materia per le scuole italiane, e del ruolo dell’Istituto come punto di riferimento per il mondo della scuola e per l’educazione permanente degli adulti.
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