La Casa Buonarroti di Firenze, per secoli residenza della famiglia di Michelangelo,entra a far parte della rete nazionale di case museo
Un nuovo ingresso nell’Associazione Nazionale Case della Memoria che arriva così a contare 90 case museo in 13 regioni italiane. Si tratta della Casa Buonarroti di Firenze, che per secoli è stata la residenza della famiglia Buonarroti. A pochi passi dalla Chiesa di Santa Croce, è oggi un museo con archivi e biblioteche e custodisce una ricca collezione di opere, modelli e schizzi. Tra le opere più importanti di Michelangelo che si trovano all’interno del museo ci sono la “Madonna della scala” e la “Battaglia dei centauri”.
Rigoli (Case Memoria): «questo ingresso chiude simbolicamente il cerchio sulla figura di Michelangelo, affiancandosi alla Casa natale già socia da tempo»
«L’ingresso di Casa Buonarroti nella nostra rete è un tassello preziosissimo che chiude simbolicamente il cerchio sulla figura di Michelangelo, affiancandosi alla Casa natale di Caprese Michelangelo nostra socia già da qualche anno – commenta Adriano Rigoli presidente dell’associazione Nazionale Case della Memoria -. Siamo felici di rappresentare, a modo nostro, questa enorme figura dell’arte a cui la Toscana ha dato i natali attraverso due case museo che raccontano una parte meno nota della storia del Buonarroti».
Acidini (Casa Buonarroti): «lieta di dentare in questa associazione prestigiosa, che da un capo all’altro del nostro Paese fa conoscere e valorizza le dimore dei tanti illustri personaggi»
«Sono particolarmente lieta – afferma la presidente di Casa Buonarroti Cristina Acidini – dell’ingresso della Casa Buonarroti in questa associazione prestigiosa, che da un capo all’altro del nostro Paese fa conoscere e valorizza le dimore dei tanti illustri personaggi, che hanno in così grande misura arricchito la storia e la cultura non solo dell’Italia, ma del mondo. Il direttore Alessandro Cecchi, con i Consigli e con il personale tutto, si uniscono nella soddisfazione e nell’impegno a rappresentare l’eredità, unica e preziosa, di Michelangelo e dei Buonarroti».
Capaccioli (Case Memoria): «il ruolo delle case museo è cruciale: ci permettono di andare al di là di ciò che è noto ai più, entrando in una sfera più intima e ricca di suggestione»
«Poter annunciare l’ingresso di Casa Buonarroti tra le Case della Memoria è per noi particolarmente significativo – aggiunge Marco Capaccioli vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Quello di Michelangelo è un nome che non ha bisogno di presentazioni ma che ci fa capire a pieno quanto sia importante il ruolo delle case museo per la conoscenza, permettendoci di scoprire qualcosa di nuovo sui Personaggi Illustri che sono nati o hanno vissuto nel nostro Paese. Luoghi che ci permettono di andare al di là di ciò che è noto ai più, entrando in una sfera più intima e ricca di suggestione».
Casa Buonarroti custodisce anche capolavori della prima giovinezza di Michelangelo
Casa Buonarroti offre, in primo luogo, l’emozione di ammirare due celebri rilievi marmorei, capolavori della prima giovinezza di Michelangelo: la “Madonna della scala”, testimonianza intensa dello studio appassionato di Donatello, e la “Battaglia dei centauri”, segno eloquente di un amore mai sopito per l’arte classica. Non meno significativo, per chi varca il portone del palazzo secentesco di via Ghibellina 70, è collegare le opere michelangiolesche con le vicende secolari della famiglia Buonarroti, che si è prodigata per ampliare la dimora, abbellirla, conservarvi preziose eredità culturali (tra cui l’importante Archivio e la Biblioteca), per raccogliervi rare collezioni d’arte: dipinti, sculture, maioliche, reperti archeologici distribuiti oggi nei due piani del Museo.
Al piano nobile, una sala espone a rotazione piccoli nuclei della Collezione di di disegni autografi dell’artista
Al piano nobile, una sala appositamente attrezzata espone a rotazione piccoli nuclei della Collezione di disegni autografi di Michelangelo di proprietà della Casa, costituita da duecentocinque preziosi fogli. Si tratta della più cospicua collezione di fogli michelangioleschi del mondo. A questi si sommano i doni che si sono aggiunti al patrimonio familiare e pezzi concessi in deposito da musei fiorentini. Tra questi: il Modello ligneo per la facciata di San Lorenzo e il “Dio fluviale”, grande modello preparatorio per una statua mai realizzata per la Sagrestia Nuova; i due “Noli me tangere” cinquecenteschi, derivati da un cartone perduto dell’artista.
Al suo interno anche opere dei maggiori artisti attivi nella Firenze del Seicento
L’idea della creazione di un fastoso edificio a gloria della famiglia e soprattutto del grande avo risale a Michelangelo Buonarroti il Giovane che, a partire dal 1612, per circa trent’anni fece lavorare all’interno del palazzo, e in special modo nella “Galleria” e nelle tre sale successive, i maggiori artisti allora operosi a Firenze, dall’Empoli al Passignano, da Artemisia Gentileschi a Pietro da Cortona, da Giovanni da San Giovanni a Francesco Furini e al giovane Jacopo Vignali. In queste sontuose sale Michelangelo il Giovane collocò i pezzi più preziosi della sua raccolta, molti dei quali fanno ancora parte del percorso museale: tra questi, la predella lignea con Storie di San Nicola, capolavoro di Giovanni di Francesco, seguace di Domenico Veneziano.
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