È la 21esima realtà dell’Emilia Romagna che entra nella rete nazionale
Una nuova casa dell’Emilia Romagna entra a far parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria: si tratta del Castello di Dozza nell’omonimo Comune in provincia di Bologna. Il Castello è Casa della Memoria dell’umanista, diplomatico, cardinale Lorenzo Campeggi, feudatario della Rocca per concessione papale. È gestita dalla a Fondazione Dozza Città d’Arte, istituita dal Comune di Dozza nel 2003 con l’obiettivo di garantire il pieno godimento dell’antico borgo medievale, una piccola città ben conservata sotto il profilo urbanistico e paesaggistico, con una peculiarità museografico-monumentale come la Rocca Sforzesca.
«Siamo felicissimi che un’altra realtà dell’Emilia Romagna entri a far parte della nostra rete portando a ventuno il numero di case museo emiliane che fanno parte delle Case della Memoria – commenta Adriano Rigoli, presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Uno splendido castello con una storia antichissima che la Fondazione Dozza gestisce con cura e attenzione e che ringraziamo per la domanda di adesione che siamo stati felici di accogliere».
«Il Castello è il cuore del borgo di Dozza e rappresenta un motivo di attrattività unico – aggiunge Marco Capaccioli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. È il chiaro esempio di quanto la casa museo e il suo territorio possano fare l’una per l’altro, attraverso una promozione sinergica e integrata, dove la valorizzazione dell’una è motivo di crescita anche per l’altro. Un approccio che da anni, come associazione, ci impegniamo a promuovere».
«Entrare a far parte del virtuoso circuito dell’Associazione Nazionale Case della Memoria costituisce un’importante opportunità per valorizzare ulteriormente il patrimonio culturale e immateriale di Dozza, legato alla storia, ai monumenti e ai personaggi, primo fra tutti il cardinale Lorenzo Campeggi, che ne ha accresciuto il lustro e l’importanza. Questa adesione all’associazione, che è stata chiesta dall’unanimità del consiglio direttivo della Fondazione Dozza città d’Arte – conclude Simonetta Mingazzini, presidente – sarà anche occasione per confrontarsi con realtà simili ed intraprendere nuove iniziative e progetti».
La Rocca di Dozza, nota anche come Rocca Sforzesca di Dozza, è un edificio complesso dalla storia secolare, che dall’epoca della sua edificazione, collocabile intorno alla metà del XII secolo, ha subito numerosi interventi di ampliamento e adeguamento funzionale, riconducibili a tre fasi principali, ancora ben visibili all’interno del percorso di visita del museo. La Rocca è stata abitata fino al 1960, anno in cui fu ceduta al Comune di Dozza che l’aprì al pubblico come casa-museo. Il museo della Rocca è gestito dalla Fondazione Dozza Città d’Arte, già riconosciuto quale “Museo di Qualità” è entrato nel 2022 a far parte del sistema Museale Regionale dell’Emilia-Romagna.
Il museo della Rocca di Dozza è parte integrante del complesso monumentale della Rocca stessa. Fanno parte del museo le opere d’arte e gli arredi storici legati alla famiglia Malvezzi-Campeggi che abitarono la Rocca dal XVI secolo fino al 1960. Il complesso si presenta come casa-museo aperta al pubblico, in cui il percorso di visita è sviluppato su tre livelli: fortezza medievale e rinascimentale, residenza rinascimentale e, infine, residenza settecentesca. Il museo comprende anche collezioni d’arte contemporanea, relative alla Biennale del Muro Dipinto e ospita i bozzetti e i documenti archivistici e bibliografici afferenti al Centro Studi e Documentazione del Muro Dipinto.
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