Il suo atelier è la prima realtà giuliana a entrare nella rete nazionale di case museo
Ultima erede di una famiglia di baroni siciliani, commercianti greci e collezionisti, Alice Psacaropulo (Trieste 1921-2018) è tra le protagoniste della scena artistica triestina del Novecento. È proprio il suo studio triestino, all’ultimo piano della storica villa di famiglia, Villa Margherita, la prima realtà del Friuli Venezia Giulia che entra a far parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria. La rete allarga così la sua presenza sul territorio nazionale a 14 delle 20 regioni italiane.
«Sono lieto che questa volta la richiesta di adesione venga dalla casa di una figura femminile commenta Adriano Rigoli presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria –. La casa, con cui abbiamo avuto modo di collaborare in occasione delle Giornate Nazionali delle Case dei Personaggi Illustri Italiani, è la prima socia nella Regione Friuli Venezia Giulia, che accogliamo con entusiasmo e con la speranza che Alicerappresenti una madrina d’eccezione per tanti altri nuovi ingressi».
«È con grande piacere che accogliamo lo studio di Alice Psacaropulo nella rete – aggiunge Marco Capaccioli vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Un’artista straordinaria il cui ingresso nella rete è doppiamente motivo di soddisfazione: perché ci permette di essere su un nuovo territorio, quello del Friuli, con cui speriamo di fare grandi cose. Ma soprattutto perché porta nella rete, accanto a Maria Montessori, Elizabet Barreth Browning, Nera Simi, un’altra grande donna la cui memoria è nostro dovere tutelare».
«Fa certamente piacere essere i primi in Friuli Venezia Giulia a entrare in un circuito così prestigioso – commenta il curatore dello Studio Psacaropulo, Michele Casaccia – ma, come presidente di una associazione di promozione sociale, spero che il nostro esempio non resti isolato, in una regione così bisognosa di “collegamenti” e di fare rete, vittima ancora di confini più o meno mentali (perché spesso tracciati dalla paura, per rifarmi al pensiero di un’altra figura femminile che sta ricevendo un’attenzione libera da strumentalizzazioni, Giuliana Morandini), dove infatti il dibattito sull’esistenza o meno di una memoria condivisa è molto sentito. Questioni terminologiche a parte, lavorare alla ricostruzione, al ripensamento e poi alla condivisione di memorie (senza aggettivi, qualunque esse siano) è un ottimo esercizio di metodo: l’abitudine a interrogarsi sul passato è un buon modo per capire il presente e provare a prevedere il futuro. E in questo Alice Psacaropulo, insegnante, collezionista e “artista di soglia”, in grado cioè di materializzare la condizione precaria, transitoria della Trieste del Novecento, è stata una maestra».
Lo Studio Alice Psacaropulo, testimonia l’attività dell’artista, allieva di Felice Casorati a Torino, amica di Giuseppe Santomaso, Paola Levi-Montalcini e dei grandi maestri locali che lei stessa inizia a collezionare. La sua intensa attività di pittrice copre più di cinquant’anni, dalla storica Biennale di Venezia del 1948 fino alle soglie del Duemila, portandola a saggiare e rielaborare liricamente alcune delle principali tendenze pittoriche del secolo, per giungere ad un personalissimo «realismo provvisorio».
Scendendo dai pianori assolati del Carso, adagiata sulla rive gauche di via Commerciale, Villa Margherita sorge su uno dei colli più panoramici di Trieste: il colle di Scòrcola. Disegnata da uno dei padri del neoclassicismo triestino, Giovanni Berlam, la villa conserva una ricca collezione di opere d’arte (Scomparini, Casorati, Barison, De Pisis, Bruno Chersicla, Leonor Fini). All’ultimo piano, l’appartamento e l’atelier di Alice Psacaropulo, oggi anche spazio espositivo. La villa è aperta alle visite, guidate, il venerdì alle 18 e il sabato alle 10, previa prenotazione.
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