Il secondo libro del giornalista livornese unisce ecologia, lotta alle discriminazioni e poesia
Una dittatura “green” per salvare il pianeta. È questa la provocazione attorno alla quale si sviluppa “Margini”, il nuovo lavoro di Diego Barsotti, giornalista livornese e divulgatore ambientale classe 1976 che ha fatto propri i temi dell’ambiente e dell’ecologia. Soggetti che porta avanti come scrittore ma anche sul lavoro, rivestendo il ruolo di responsabile comunicazione di un’azienda leader in Italia nel riciclo e nell’economia circolare.
Presentato a Firenze durante la fiera Didacta in un incontro che ha visto dialogare l’autore con la giornalista Lisa Ciardi “Margini”, edito da da Scatole parlanti arriva a pochissima distanza (un anno e mezzo) dal primo lavoro di Barsotti “L’anima dei sassi” (Bookabook). Il libro si presenta come una favola che mette insieme ecologia, lotta alle discriminazioni e poesia e vede protagonista Amedeo Sinone, un fact checker in quotidiana lotta contro la diffusione di notizie false, incaricato di rintracciare un fotografo autore di uno scatto in cui appare una piccola scimmia ritenuta estinta da secoli.
L’incontro tra i due avviene nel sottosuolo di una piantagione di caucciù, all’interno di una miniera di zirconi nel nord est della Cambogia. E proprio quando tutto sembra finalmente aver trovato una collocazione logica e una spiegazione, la trama si dipana su un piano quasi distopico: tornato in Italia, Amedeo trova un mondo completamente diverso, governato da un dittatore ecologista.
Alla fine dovrà scegliere tra una società perfettamente sostenibile ma priva delle libertà fondamentali e un mondo reale, destinato però all’autodistruzione per l’incapacità dell’uomo di fare scelte consapevoli. Tra atmosfere da realismo magico e una spiccata vena ambientalista il romanzo si dipana intorno a una domanda assurdamente attuale: e se l’unico modo per salvare il pianeta dagli sconvolgimenti climatici fosse una dittatura ecologista?
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