Si tratta di oltre venti statue vennero ritrovate nel santuario del Bagno Grande. Il più grande rinvenimento nell’Italia antica
Era il novembre 2022 quando a 50 anni di distanza dalla scoperta dei bronzi di Riace, al Santuario Ritrovato del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni gli archeologi rinvenimento del più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana.
Adesso quelle venti statue hanno una propria casa. Si tratta del Palazzo dell’Arcipretura, realizzato dalla famiglia Parracciani nel 1580 per destinarlo alla residenza dei sacerdoti di San Casciano. E’ qui che verrà esposto il più grande deposito di statue in bronzo rinvenuto nell’Italia antica.
E’ stato firmato ieri, infatti, lunedì 19 giugno, il rogito tra del Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano dei Bagni, acquistato dallo Stato per destinarlo a sede del museo.
“Quello di oggi è un momento molto importante – afferma la sindaca i San Casciano dei Bagni e Presidente dell’Unione dei Comuni Valdichiana Senese, Agnese Carletti -. Ora attendiamo il finanziamento per iniziare i lavori di sistemazione del Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano dei Bagni e per poter presentare al completo la collezione di reperti archeologici e bronzi fino a questo momento rinvenuti nelle campagne di scavo del “Santuario Ritrovato” al “Bagno Grande”.
Il ritrovamento nel novembre 2022
Oltre venti statue (realizzate in parti anatomiche e al vero o secondo i canoni della cosiddetta mensura honorata, cioè alte tre piedi romani… l’equivalente di circa un metro) che raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro assieme agli antichi dedicanti. E’ quanto si sono trovati davanti gli archeologi durante la sesta campagna di scavi al Santuario Ritrovato del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena.
Le statue erano perfettamente conservate, anche grazie all’acqua calda della sorgente che ha permesso anche di preservare le iscrizioni in etrusco e latino che furono incise sulle statue prima della loro realizzazione. La gran parte di questi capolavori dell’antichità si data tra il II e il I secolo a.C.
Si tratta di un periodo storico di grandi trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani. In quest’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale di Roma, nel santuario del Bagno Grande nobili famiglie etrusche e romane dedicarono assieme le statue all’acqua sacra.
Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra. Dalle iscrizioni sappiamo che i dedicanti giunsero da tutto il territorio di Chiusi e Perugia con molti nomi che ricorrono nel territorio di Siena. Si trattava dunque di un santuario di valenza interregionale.
Le statue dovevano essere posizionate sul bordo esterno della grande vasca sacra e ancorate sugli eleganti blocchi in travertino. A più riprese – sicuramente nel corso del I secolo d.C. – le statue furono staccate dal bordo della vasca e depositate sul fondo. Dunque non si tratta di uno scarico di materiale sacro nell’acqua calda, ma piuttosto di una deposizione rituale, mediata con la divinità. Gli atti votivi proseguirono poi fino al IV secolo d.C. con la deposizione di quasi seimila monete (in argento, bronzo e oro).
Solo agli inizi del V secolo d.C. il santuario venne smantellato e chiuso. Il grande tesoro sacro nella vasca fu coperto da grandi tegole e al di sopra vennero calate le colonne del portico sacro a suggellare la chiusura definitiva del luogo di culto.
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