Il primo lavoro della scrittrice fiorentina è su adozione e bambini con fragilità
“Il tuo viso è bellissimo, ma anche triste e terrorizzato. Spunta dalla spalla dell’inserviente che ti tiene in braccio affinché qualcuno possa scattarti una foto. Credo che se anche tu non fossi stato così bello a noi saresti piaciuto ugualmente per il semplice fatto che sei nostro figlio”.
Non è solo un racconto quello del libro scritto da Francesca Cerreto. Classe 1972, fiorentina, amante delle materie umanistiche anche se laureata in Economia e commercio. In “Sogno imperfetto”, edito da Betti editrice, c’è vita, sensibilità, anima, in ogni singola parola scelta per confessare in modo intimo, e al contempo senza freni, una storia che le appartiene e le ha cambiato la vita. Un’esperienza che l’ha vista diventare mamma di un bambino russo, con delle fragilità, Serghey, capace di conquistare il suo cuore prima ancora di incrociare i suoi occhi. Si parla di una serie di vicissitudini che scavano nel vissuto dei neo genitori di Serghey, Marco e Giulia, tirando fuori aspetti della loro personalità che neanche sospettavano di avere.
Di cosa si parla nel tuo libro oltre che del tema “adozione”?
«Di imperfezione, troppo spesso vista con sospetto e paura. Parla di amore e inclusività. Vuole essere un invito a guardare alla diversità in maniera più accogliente, un’occasione per scoprire quanta bellezza può nascondersi dietro ciò che a prima vista ci fa paura perché diverso da noi».
Cosa ti ha spinto a scriverlo?
«Il desiderio di scrivere una lettera a mio figlio per raccontargli la sua vita prima di noi, per aiutarlo a ricostruire le sue radici. Poi, quando ho iniziato a scrivere, sono sorti molti altri spunti che andavano oltre la “semplice” storia di adozione e maternità».
Dove si può trovare in vendita il tuo lavoro?
«Si può acquistare a Firenze presso la Libreria Gioberti e in tutte le librerie Giunti di Firenze. È anche ordinabile on line in qualsiasi libreria».
Presentazioni in programma a luglio?
«Verrà presentato l’11 a Tavarnuzze (ore 20.30) nell’ambito di “Estate a Tavarnuzze” e il 24 luglio a Firenze, a Le Murate (ore 18.30)».
Pensi di scriverne altri?
«Mi piacerebbe molto continuare a scrivere, anche se trovare tempo da dedicare alla scrittura è complesso. Però le idee ci sono e molte, il desiderio di metterle su carta anche, quindi chissà! Magari, in un futuro non troppo prossimo, mi ritroverò immersa in un altro testo».
Qual è la vetta a cui punti?
«Ho in mente un progetto: essere parte attiva di un cambiamento culturale e sociale di approccio alla diversità. Con la mia storia mi piacerebbe contribuire a diffondere un atteggiamento più accogliente ed empatico verso le persone più fragili. Spero di dargli gambe a breve».
E la più grande lezione che tuo figlio vi ha insegnato?
«Che un sogno può essere molto bello anche se imperfetto. Una frase che tengo ben a mente, diventata poi anche il sottotitolo del libro e delle mie giornate».
Alessandra Ricco
Susanna dice
Ho letto in un soffio questa bellissima storia, travolta dalla forza dei sentimenti che debordano in ogni pagina. Di gran forza il progetto che ne deriva, auguri!
Laura dice
Ho letto anche io in pochissimi giorni il libro ….tante lacrime e sentimenti molto forti di una donna coraggiosa …una storia vera è piena di emozioni…..forza Francesca aspetto il prossimo!
Chiara dice
Un libro bellissimo. Si è profondamente coinvolti in questa sua esperienza. Offre grandi opportunità di riflessione sull’approccio alla ‘diversità’ a livello di singola famiglia e di società