Torna il main stage in piazza del Carmine e l’amatissima Zattera sull’Arno. Tra i big: Enrico Rava Fearless Five, Hedvig Mollestad, Nico Gori & Fabrizio Bosso e molti altri
Si alza il sipario per il Jazz Festival che animerà alcuni dei più suggestivi luoghi fiorentini. Due settimane di concerti, grandi jazz star e nuove proposte. Nasce infatti una nuova declinazione del Festival, volta a venire incontro a diversi tipi di pubblico: una parte più “collinare” dal 5 al 10 settembre ed una più collegata all’alveo fluviale dell’Arno dal 12 al 17 settembre.
Un evento tanto atteso
Dopo 6 anni di attività nel capoluogo toscano, il Firenze Jazz Festival vuole così implementare ancora di più le caratteristiche che l’hanno portato ad essere uno dei principali festival musicali d’Italia, con oltre 30 appuntamenti previsti a Firenze e nella Città Metropolitana.
Nato come “Fringe” nelle prime due edizioni (2017 e 2018), quella che era una scommessa nel panorama dei festival del paese ha avuto negli anni un successo di pubblico e di critica tale da portarlo tra i primi festival d’Italia.
Punti di forza del Festival – organizzata da Centro Spettacolo Network Soc. Coop. con la direzione artistica di Francesco Astore, con il coordinamento di Enrico Romero e in partenariato con Music Pool, Musicus Concentus e in collaborazione con Empoli Jazz e Toscana Produzione Musica – è la gratuità di diversi eventi, unitamente a sistemi di biglietteria ed abbonamento popolare in grado di portare il meglio del jazz italiano ed internazionale a Firenze grazie ad una grande rete di partner e sostenitori tra cui: Ministero della Cultura, Comune di Firenze ed Estate Fiorentina, Città Metropolitana Firenze, Fondazione CR Firenze, Azienda vitivinicola Ruffino, Peroni Nastro Azzurro, Prinz srl, Circolo Renaioli Firenze e Velmotor, oltre a diversi club e locali di Firenze.
Torna il main stage in Piazza del Carmine, sospeso a causa della pandemia che ha portato il Festival a concentrarsi più sul rafforzare la rete civica, di location e di realtà coinvolte. Uno sforzo che permette oggi ancora di più al FJF di divenire sia evento di piazza che evento multipolare, volto a soddisfare le esigenze delle platee più esigenti mantenendo al contempo la sua spiccata predisposizione a coinvolgere anche i neofiti ed il pubblico popolare.
Oltre al main stage, si riproporrà l’amatissima Zattera sull’Arno – uno dei cavalli di battaglia del Festival: una piattaforma galleggiante posta di fronte a Ponte Vecchio da cui si potranno ascoltare indimenticabili assoli dei principali artisti ospitati quest’anno. La Zattera è un’installazione artistica unica nel suo genere, format originale del Firenze Jazz Festival, che grazie ad un innovativo sistema di amplificazione ed un ponte radio consentirà alle jazzstar del Festival di omaggiare, all’imbrunire, il Fiume e la Città.
Sul palco alcuni dei nomi più importanti del jazz
Diversi i grandi nomi coinvolti che vedranno star indiscusse come Enrico Rava con i Fearless Five (6/09 Limonaia di Villa Strozzi). Si tratta del più recente progetto di Enrico Rava, la formazione comprende giovani musicisti di talento: Matteo Paggi al trombone (ultima scoperta di Rava), Francesco Diodati alla chitarra (già membro del 4et di Rava), Francesco Ponticelli al contrabbasso ed Evita Polidoro alla batteria. Enrico Rava è sicuramente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale, anche grazie a decine di incisioni di dischi per alcune delle più prestigiose etichette discografiche mondiali. Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse, creative e stimolanti, è apparso sulla scena a metà degli anni sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti solisti del jazz europeo grazie anche a decine di collaborazioni di grande prestigio con artisti del calibro di al fianco di Gato Barbieri, Steve Lacy, Carla Bley, Cecil Taylor, Archie Shepp, Lee Konitz, Pat Metheny, John Scofield, Michel Petrucciani e moltissimi altri).
Da segnalare anche, nell’anteprima del Festival (5/09 Forte Belvedere) il concerto a cura di Empoli Jazz che vedrà protagonisti, in prima assoluta, il gran maestro della fisarmonica tricolore Gianni Coscia e il virtuoso dell’organetto Alessandro D’Alessandro. Un dialogo tra due strumenti “fratelli” e tra due dei massimi specialisti di “mantice a bottoni’. Gianni Coscia, 92 anni portati magnificamente, amico e compagno di scuola di Umberto Eco, è un’istituzione mondiale della fisarmonica. Le sue note hanno attraversato molti mondi musicali dal jazz alla contemporanea alla canzone d’autore, passando con disinvoltura da Milva a Luciano Berio, da Guccini e Celentano a Pina Bausch. Alessandro D’Alessandro è un considerato uno dei nuovi sperimentatori e innovatori dell’organetto europeo, strumento che porta da molti anni in svariati ambiti artistici. Grazie ad un suo innovativo modo di espandere le radici popolari rappresentate dal suo strumento, riesce ad allargarne i confini e le possibilità, proiettando la tradizione in un universo contemporaneo.
Tra i biglietti già in prevendita ci sono anche quelli per il concerto dei “Young Lions” di Nico Gori, con special guest la straordinaria tromba di Fabrizio Bosso (13/09 Limonaia di Villa Strozzi). Sul palco, accompagnati da Sergio Aloisio Rizzo alle chitarre, Francesco Tino al basso e Simone Brilli alla batteria, ci saranno, spalla a spalla due dei più noti e stimati solisti del jazz italiano. E lo spettacolo è ancora una volta assicurato
L’ensemble esegue brani della tradizione jazzistica americana alternati a composizioni originali del leader Nico Gori, insieme ad incursioni nella musica sudamericana e nella tradizione brasiliana, dallo “choro” alla “bossa nova”, Il tutto condito da un sound molto ricercato e ben arrangiato.
Dopo i grandi successi discografici “Two for Duke” e “Two for Stevie”, Dado Moroni e Max Ionata si esibiranno anche al Firenze Jazz Festival (8/09 Villa Bardini). Il duo è composto da due musicisti che nella vita sono principalmente grandi amici e tra le loro note si può respirare l’energia che scorre tra gli strumenti. “Two for You” è una sorta di “best of” dei due progetti, che ci accompagna in una scaletta afffascinante per scoprire l’universo sonoro di Duke Ellington e di Stevie Wonder, anche se non mancheranno certo molte altre sorprese
Sempre a proposito di accoppiate ben riuscite giusto menzionare l’inedito duo Dario Cecchini e Francesco Zampini (9/09 Villa Bardini): Una nuova collaborazione tra due dei musicisti più apprezzati a livello nazionale, un progetto incentrato sul dialogo e sulle possibilità che questa formazione offre. Dario Cecchini e Francesco Zampini propongono un repertorio interamente originale, un insieme di sonorità che scaturiscono dall’incontro di due personalità afferenti a generazioni diverse ma entrambe formate a livello compositivo e strumentale.
L’FJF porterà il pubblico in un viaggio musicale internazionale, dalla Scandinavia della chitarrista norvegese Hedvig Mollestad Thomassen con il suo nuovo progetto Weejuns, che approda al Firenze Jazz Festival in esclusiva ed anteprima assoluta nazionale (7/09 Limonaia di Villa Strozzi). Considerata ormai uno dei più brillanti talenti chitarristici europei degli ultimi anni, la norvegese Hedvig Mollestad ha consolidato la sua reputazione in costante ascesa grazie ad una serie di progetti musicali e di incisioni discografiche di grande interesse, che l’hanno svelata anche in veste di validissima compositrice e band leader. La rivista Downbeat l’ha inserita tra i “25 for the Future”, Jazzwize le ha dedicato una prima pagina nominandola “Nordic Guitar Goddes”. Ha vinto inoltre il Grammy norvegese per due anni consecutivi per le sue pubblicazioni da solista, nel 2023 è l’artista residente al Molde International Jazz Festival. Weejuns è il suo ultimo progetto: un gruppo scintillante composto da Ståle Storløkken (uno dei migliori tastieristi europei, già con Terje Rypdal, Supersilent, Elephant9) e Ole Mofjell, uno dei giovani batt eristi più importanti sulla scena di improvvisazione musicale europea.
Dagli Stati Uniti arriva invece Jeff Ballard (9/09 Villa Bardini). Tra i più rinomati batteristi a livello internazionale, si esibirà in un nuovo progetto formando un quartetto con musicisti toscani di assoluto valore, già conosciuti e apprezzati in tutta Italia ed Europa: Alessandro Lanzoni, Francesco Zampini e Michelangelo Scandroglio.
Durante la sua carriera, Jeff Ballard ha suonato e registrato con alcune delle personalità più importanti del jazz e non solo: Ray Charles, Chick Corea, Pat Metheny, Gary Burton, Kurt Rosenwinkel, Mark Turner, Avishai Cohen e molti altri. Su tutte spicca la sua esperienza nel trio di Brad Mehldau assieme a Larry Granadier, uno dei progetti più iconici e acclamati del jazz contemporaneo.
Non mancherà la consueta attenzione del Festival verso i progetti più sperimentali, tra cui la riformulazione, ad opera di Francesco Bearzatti, Mattia Barbieri e Stefano Risso, della splendida colonna sonora di Anatomia di Un Omicidio di Otto Preminger (1959) scritta da Duke Ellington (8/09 Villa Bardini).
“Anatomy of a murder” è uno dei dischi più importanti della produzione musicale di Duke Ellington degli anni 50, colonna sonora dell’omonimo film di Otto Preminger. Una delle prime grandi partiture cinematografiche affidate a un musicista di jazz che non solo fu una rivelazione musicale, ma a 60 anni di distanza suona ancora fresca. Down Bit Duke offre una rilettura distopica della musica del film di Otto Preminger. ll trio, composto da Francesco Bearzatti al sax e clarinetto, Stefano Risso al contrabbasso e elettronica e Mattia Barbieri alla batteria, trasforma, smonta e ricompone la musica di Ellington in un’estetica attuale e contemporanea.
Se la gran parte dei concerti avverranno nel quartiere di Oltrarno, il Firenze Jazz Festival non rinuncia a fare importanti escursioni fuori dal capoluogo fiorentino, al fine di coinvolgere anche altri territori e far conoscere luoghi unici al proprio pubblico.
Il 10 settembre il Firenze Jazz Festival si sposta ad Empoli per il concerto di Sismatik pressoilChiostro della Collegiata di S. Andrea: una sperimentazione volta ad unire la recitazione dell’attore Roberto Magnani all’ensemble capitanato dalla regina del jazz italiano contemporaneo Silvia Bolognesi con Giuseppe Sardina alla batteria e Tobia Bondesan al sax.
Il “tour” del Firenze Jazz Festival includerà un altro amatissimo appuntamento fuori città, ossia l’ormai consolidato Jazz Brunch presso Tenuta Ruffino Poggio Casciano, alle porte di Firenze, sulle colline del Chianti. Domenica 17 settembre il FJF proporrà il concerto del pianista e compositore Matteo Castellan in trio con Luigi “Giotto” Napolitano (tromba) e Veronica Perego (contrabbasso): un’escursione in una delle zone di produzione vinicola più importanti d’Italia. Per info e prenotazioni scrivere a hospitality@ruffino.it.
Chiude questa prima serie di anticipazioni il concerto “La finestra di Puccini” di Danilo Rea e Michel Godard (Villa Strozzi 17/09). In questo appuntamento curato da Toscana Produzione Musica, uno dei pianisti più importanti della scena nazionale come Danilo Rea e uno dei più raffinati compositori e abili virtuosi di serpentone e tuba, Michel Godard si incontrano sul terreno comune dell’amore per la musica del grande compositore lucchese Giacomo Puccini. Lontani dai manierismi di molti progetti di rilettura in chiave jazz di repertori operistici, Rea e Godard esplorano Puccini non solo attraverso l’improvvisazione sul canovaccio di arie note e meno note, ma anche ritrovando l’eredità del suo travolgente lirismo in alcune selezionate composizioni originali. Il risultato è una musica universale, senza tempo e oltre i generi, che riesce a toccare corde intime e profonde in chi la ascolta. Un incontro tra Maestri.
In un contesto in continuo mutamento il Firenze Jazz Festival si propone come una piattaforma in grado di unire la comunità artistica toscana ai grandi protagonisti del jazz italiano ed internazionale, i locali di Firenze al mondo culturale fiorentino, Oltrarno e diverse location di grande bellezza al fine di essere riscoperte grazie ad un programma di respiro internazionale.
La filosofia di base del Festival è infatti quella di superare l’evento effimero e la sola esibizione di grandi artisti internazionali in favore di un percorso che punti a coinvolgere realtà diverse, sostenere giovani artisti ed organizzatori, mettere in comunicazione soggetti ed esperienze del territorio in uno sforzo che diventa così un modo per aggregare mondi diversi attorno alla musica ed alla cultura.
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