Foto e testimonianze, recuperate da un documentario del 1996 di Sauro Sevieri
Padule di Fucecchio al centro di una mostra che racconta un passato ormai non più tanto recente.

È stata inaugurata, al Centro Visite Baronessa Irene Alfano Montecuccoli di Castelmartini, Larciano, la mostra fotografica “Gente di Padule – Immagini e testimoni del passato”, con foto d’epoca concesse dal Consorzio 4 Basso Valdarno, e immagini di vecchi padulani, in gran parte ormai scomparsi, che fanno rivivere il Padule di Fucecchio di un passato ormai non più tanto recente.
Padule di Fucecchio raccontata con immagini
Foto e testimonianze, queste, recuperate con l’aiuto di Alessandro Lolli da un documentario del 1996 di Sauro Sevieri. Immagini e dichiarazioni che danno una chiara idea di quello che fu il Padule di Fucecchio, di quello che era allora e di quello che auspicabilmente si dovrebbe fare per recuperare appieno, se possibile, il patrimonio di storia, cultura, biodiversità di questa importante area umida, che sta ancora a cuore a migliaia di cittadini che popolano le diverse comunità rivierasche.
Persone che hanno vissuto nel Padule e grazie al Padule, conoscendone ogni anfratto, dai porti ai canali, ai chiari, alle diverse attività che lo rendevano vivo e vitale.
Voci dal passato
Fra i tanti, significativo quanto diceva allora nel 1996 Vasco Bartolini, il mitico Fischione: “oggi il Padule è abbandonato a se stesso. Va curato, la cannella ha invaso tutto. Il cacciatore, quello vero, è il primo ad avere interesse alla salvaguardia della fauna e dell’ambiente”.
Oppure dell’altrettanto noto Giovanni Pellegrini, detto Taccone: “Senza la caccia il padule è morto. I trampolieri non si fermano più: il padule non è adatto. Troppa cannella. La bella caccia era quella di ripasso, oggi non più consentita.
Nel ’66, nel giorno dell’alluvione, eravamo in pochi a entrare in padule. Un’avventura!” E di Alberto Bachi, detto Mergo, classe 1906, Fabrizio Laiatici, detto Dedo, Fosco Guidi, detto Buetto, Mario Nucci detto Gufo, o dell’ancora presente sulla scena della vita, il più che centenario Alduino Tofanelli, detto Betti, che come tutti ricorda le belle giornate di gioventù, quando il padule era altra cosa rispetto ad oggi, ormai sommerso dalla cannella e dalle altre erbe infestanti che non lo lasciano più respirare.
La mostra è organizzata dalla Sezione Federcaccia di Larciano, in collaborazione con Federcaccia Provinciale di Pistoia, Federcaccia Toscana Uct, Fondazione Una, Associazione Il Padule, Unicoop Firenze, Arga Toscana.
È visitabile il sabato e la domenica, nel pomeriggio dalle 14 alle 18, fino al 6 aprile prossimo.
Leggi anche https://www.ecoditoscana.it/cultura/2025/03/01/penko-firenze-oscar.html
Lascia un commento