Lo studio dell’Ateneo fiorentino: concorrenza tra api da miele e api selvatiche

Uno studio dell’Università di Firenze, svolto sull’isola toscana di Giannutri ha evidenziato l’impatto della forte presenza degli apoidei da miele gestiti in un’area limitata e con poche risorse.
Perché, quando si parla di api, quasi tutti pensano subito alle api da miele. Eppure, solo in Italia, esistono oltre mille specie di api selvatiche che svolgono un ruolo essenziale negli ecosistemi, pur non producendo miele. La loro importanza è enorme per l’impollinazione di molte piante selvatiche e coltivate.
Lo studio dell’Università di Firenze: più di mille specie di api in Italia
Un’importante ricerca condotta in collaborazione tra l’Università di Firenze e l’Università di Pisa, pubblicata sulla rivista Current Biology, ha studiato la competizione tra api mellifere e api selvatiche. Lo studio, dal titolo “Island-wide removal of honeybees reveals exploitative trophic competition with strongly declining wild bee populations”, è stato realizzato sull’isola di Giannutri grazie ai finanziamenti del Ministero dell’Ambiente, del PON Ricerca e del National Biodiversity Future Center nell’ambito del programma #NextGenerationEU (PNRR).
Università di Firenze, Giannutri come laboratorio naturale
La ricerca ha sfruttato l’intera isola di Giannutri, dove l’ape da miele non vive allo stato selvatico, trasformandola in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto. Il team, coordinato per l’Università di Firenze dal docente di Zoologia Leonardo Dapporto, ha studiato gli effetti della presenza delle api da miele gestite sull’abbondanza e sul comportamento delle api selvatiche.
Un esperimento senza precedenti, grazie all’Università di Firenze
Gli scienziati hanno temporaneamente impedito alle api da miele di raccogliere risorse, bloccando le uscite delle arnie per alcune ore in alcuni giorni. I risultati sono stati sorprendenti: in assenza delle api da miele, il polline sui fiori è aumentato del 50% e il nettare del 30%. Le api selvatiche, senza più competizione, hanno mostrato una maggiore attività e un comportamento più efficiente nell’assunzione delle risorse.
Declino degli impollinatori: un allarme per la biodiversità
Secondo i dati raccolti, la competizione esercitata dalle api da miele può aver causato un declino dell’80% nella popolazione di api selvatiche sull’isola negli ultimi quattro anni. Questo fenomeno sottolinea quanto l’interazione tra specie gestite e selvatiche possa avere conseguenze drammatiche in ecosistemi fragili.
Una scelta per la biodiversità: stop all’apicoltura a Giannutri
In seguito ai risultati dello studio, il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha deciso di non rinnovare le autorizzazioni per l’apicoltura sull’isola di Giannutri. I ricercatori dell’Università di Firenze e di Pisa continueranno a monitorare l’ambiente per valutare gli effetti a lungo termine di questa decisione.
Apicoltura e conservazione: per Uiversità di Firenze serve un equilibrio necessario
Come sottolinea Elisa Monterastelli, coautrice della ricerca e divulgatrice esperta di api selvatiche, questi risultati non vogliono demonizzare l’apicoltura. Gli apicoltori restano infatti custodi fondamentali dell’ape da miele, specie ormai quasi estinta allo stato selvatico. Tuttavia, in contesti particolari come quello di Giannutri, è fondamentale trovare un equilibrio per proteggere tutte le specie di impollinatori.
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