La Centrale del Latte della Toscana è al lavoro. L’emergenza del Coronavirus non ha fermato la filiera del latte Mukki, che conta un migliaio di addetti tra il personale della Centrale e l’indotto. «Attenti alla sicurezza e alle norme igieniche come siamo – spiega il direttore generale Marco Massaccesi – i provvedimenti che abbiamo adottato in questa emergenza sono rivolti al distanziamento degli operatori. E a un controllo ancora più stringente su tutti i processi e le attività che si svolgono all’interno dello stabilimento».
1/5 del personale attivo in smart-working
Mukki, in questi giorni, ha un quinto del personale al lavoro da casa. In
Centrale lavorano solo le persone indispensabili alla produzione degli
alimenti. «Il 20% circa di noi sta effettuando smart working – prosegue Massaccesi – . Da tempo ci siamo attrezzati per lavorare a distanza, sfruttando le tecnologie che abbiamo a disposizione. Questo ci ha fatto trovare pronti al momento della necessità. E’ motivo di soddisfazione vedere che il senso di responsabilità di chi lavora nella produzione abbia portato a non registrare fenomeni di assenteismo».
C’è più richiesta di latte e derivati a lunga scadenza
La catena di rifornimento dei generi alimentari non ha subito intoppi, ma sono cambiate le esigenze dei consumatori. «Il blocco della ristorazione, dei bar e delle pasticcerie è per noi un grande problema, in quanto normalmente riforniamo moltissime realtà del settore – aggiunge Massaccesi -. Nel commercio al dettaglio, com’è facilmente intuibile, abbiamo registrato un aumento della richiesta dei prodotti che hanno una scadenza più lunga, in funzione delle scorte che le famiglie provvedono a fare».
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