Calistri (Assopellettieri): «l’aspetto umanitario è ovviamente quello che ci sconvolge maggiormente, ma dovremo fare presto i conti anche con le conseguenze economiche»
Dopo due anni spesi a ricostruire quanto eroso dalla pandemia, il comparto toscano della pelletteria si trova a fare i conti con un nuovo momento d’incertezza, conseguenza dei drammatici eventi in Ucraina. Due i problemi: il primo riguarda il plausibile crollo della richiesta in esportazione; il secondo è legato all’aumento dei costi delle materie prime. Resta comunque alta l’attenzione di Assopellettieri verso l’attivazione di nuovi progetti che diano la possibilità alle aziende toscane di essere sul mercato.
Il tema: anche se la Russia non è più un mercato clou per la Toscana e per Firenze, la crisi toccherà tutto il mercato relativo all’intera fascia orientale del Nord Europa
«Non c’è stato nemmeno il tempo di rallegrarsi per il successo di Mipel Lab e Lineapelle, eventi appena conclusi che avrebbero sancito la ripartenza post Covid, che siamo già a fare i conti con la sciagura della guerra in Ucraina – commenta Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri con delega al distretto toscano -. Sebbene l’export della pelletteria in Russia non sia più determinante per la Toscana e per Firenze come lo era qualche anno fa, il tema è che la crisi toccherà tutto il mercato relativo all’intera fascia orientale del Nord Europa».
Problema aumento materie prime, Calistri (Assopellettieri): un problema per il «comparto di riferimento del lusso, in particolare quello di Firenze e Scandicci, legato a doppio filo con il distretto conciario di Santa Croce»
A questo si aggiunge il tema degli aumenti che colpiranno la filiera. «C’è grande preoccupazione – prosegue Calistri – è un nuovo grande macigno che si abbatte sul comparto di riferimento del lusso, in particolare quello di Firenze e Scandicci, legato a doppio filo con il distretto conciario di Santa Croce. Senza dubbio il settore risentirà degli aumenti sulle materie prime, già in atto prima che scoppiasse il conflitto nell’Europa dell’Est. Se l’aspetto umanitario è ovviamente quello che ci sconvolge maggiormente, dovremo fare presto i conti anche con le conseguenze economiche».
«Siamo a fronteggiare un’emergenza nell’emergenza ma continuiamo a lavorare per offrire alle aziende quello che serve per fare mercato e dare occupazione» conclude Calistri. Manca poco al Mipel, che porterà in fiera a Milano, insieme al Micam, le aziende che realizzano ‘prodotto finito’. Dal lato manifattura, prosegue invece la sinergia con Unic. Mipel Lab, che mette in vetrina il meglio dell’eccellenza made in Italy, da giugno seguirà con un format special le tappe di Lineapelle all’estero, a partire da una piazza importantissima per la Toscana: New York.
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