È questo l’obiettivo di Italy lifestyle and culture: aggregare le eccellenze del Made in Italy per creare opportunità commerciali con il Paese orientale
Dare vita a un cluster di eccellenze del Made in Italy di diversi ambiti merceologici e culturali ma raggruppate in base alle aree storico-geografiche di provenienza con l’obiettivo di creare opportunità commerciali con la Cina. È questo l’obiettivo di Italy lifestyle and culture, progetto nato da un’iniziativa promossa da realtà commerciali ed enti territoriali italiani e frutto di un confronto con le organizzazioni commerciali e istituzionali cinesi.
«Il progetto arriva anche tenendo conto della nuova strategia programmatica del governo di Pechino denominata “doppia circolazione” prevista nel prossimo piano quinquennale 2021-2025 – spiega Michele Taccetti presidente di China 2000, che dal 1998 si occupa di promuovere prodotti e territori italiani in Cina -. Un programma che riguarda il rapporto fra lo sviluppo del mercato interno e le importazioni dei prodotti esteri».
La strategia di Italy Lifestyle and culture è quella di presentare unite sul mercato cinese le imprese italiane con i loro marchi e prodotti, in sinergia con le istituzioni ed organizzazioni culturali e politiche del territorio di appartenenza. «Un gruppo compatto che condivide una strategia comune di approccio al mercato – spiega Taccetti -. Il gruppo promuove il sistema paese Italia attraverso la valorizzazione delle aree regionali cercando il dialogo con le omologhe realtà cinesi, ma al tempo stesso mira a valorizzare e promuovere ogni singola azienda membro del gruppo».
«Obiettivo principale di Italy Lifestyle and Culture è aprire il mercato cinese attraverso la vendita dei prodotti e dei servizi dei singoli membri, attraverso la creazione di partnership o joint venture con società e organizzazioni cinesi – prosegue Michele Taccetti, la cui famiglia opera con la Cina da tre generazioni -. Così facendo si promuove anche il territorio in modo tale da incentivare l’incoming turistico, culturale e commerciale cinese».
Il progetto si propone, nel breve termine, di allargare la propria attività e presenza anche verso i paesi che fanno parte dell’intesa Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep) che comprende i dieci membri dell’Associazione delle nazioni del Sudest asiatico (Asean): Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam, insieme ad Australia, Cina, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud. Un accordo che coinvolge quasi un terzo della popolazione mondiale (2,2 miliardi di persone) e una fetta altrettanto grande della ricchezza del globo (26mila e 200 miliardi di dollari).
Giovanni Cubeddu dice
È la chiave giusta per l’ingresso in Cina e non solo. Il dialogo tra le realtà locali, europee e cinesi conterà sempre di piu, e bisogna puntare sulla comunicazione come piattaforma di sviluppo economico. Peraltro è quanto gli stessi cinesi attendono. Avanti, perché l’idea è corretta e fondata.