Il top presenter di Qvc: «Ogni prodotto ha le sue caratteristiche, bisogna essere molto chiari nella comunicazione e non prendere in giro il cliente»
Un canale di shopping e intrattenimento dove la parola d’ordine è chiarezza. Non ha dubbi su questo Marco Granati, top presenter di Qvc. Perché come si suol dire “un cliente scontento ne scontenta mille”.
L’occasione per parlarne è stata l’incontro che si è tenuto a Firenze, presso l’Hotel Mediterraneo, dal titolo “Sviluppare il proprio business all’estero attraverso il video shopping”. Nell’occasione le aziende partecipanti hanno potuto incontrare i buyer di quindici canali internazionali con i quali iniziare sin da subito a sviluppare il proprio business. L’iniziativa è stata organizzata da Italian Trade Centre, divisione di Change, nota società di consulenza fiorentina, partner strategico per l’Italia di E.R.A (Electronic Retail Association), associazione che raccoglie oltre cento canali di shopping TV e video shopping di tutto il mondo.
Granati, che cos’è il mondo di Qvc?
«È un mondo un po’ bizzarro dove si fa home shopping, ma non si fa televendita».
Qualcuno però potrebbe obiettare e dire che vendete prodotti…
«È vero. Però è anche vero che al mercato si possono al comprare verdure di prima scelta o seconda scelta. La differenza la fa chi te le propone, come te le propone e come te le racconta».
Quali sono i consigli che darebbe alle aziende?
«Dopo oltre 12 anni di esperienza nel mondo del marketing suggerirei di essere chiari. Ogni prodotto ha le sue caratteristiche, le sue capacità e bellezze. Bisogna essere molto chiari nella comunicazione e non prendere in giro il cliente. Perché, come si suol dire, un cliente scontento ne scontenta mille. Uno felice ne potrebbe fare felice 100mila. A mio parere quello che cambia è il modo in cui si viene percepiti come azienda».
I prodotti italiani e, in particolare, quelli toscani che tipo di appeal hanno?
«Diciamo che noi trattiamo un po’ di tutto, dal cibo all’alimentazione fino all’elettronica. Per la Toscana vedrei due ambiti principali: tutto ciò che riguarda il food e quello che è l’ambito dell’abbigliamento. C’è un ottimo appeal, ma anche questo va spiegato e ricomunicato bene. Nelle nuove generazioni si è un po’ perso il sapore del “Made in italy” e del “Made in Tuscany”, che hanno una storia millenaria e sono fatti in primo luogo di cultura accanto alla sostanza, per un risultato di qualità. Un aspetto che è necessario tornare a mettere in primo piano».
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