I rincari hanno determinato cambiamenti di abitudini e comportamenti di consumo
Tra segni di ripresa e frenate, l’economia Toscana prova a reggere ai colpi provocati dagli eventi internazionali. Lo fa puntando a sfruttare l’occasione offerta dal Pnrr, ma dovendo al contempo fare i conti con un tessuto economico e sociale reso più debole e fragile e con un clima di sfiducia ed incertezza verso il futuro. È il quadro tracciato dal Rapporto Irpet sull’economia, presentato ieri a Firenze dal direttore dell’Istituto Nicola Sciclone e alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dell’assessore all’economia Leonardo Marras.
Frenata in autunno ma produzione industriale ed esportazioni migliorano
Nel 2022, sulla scia del rallentamento dell’economia internazionale, anche quella toscana ha frenato, soprattutto dopo l’estate. L’andamento resta comunque positivo riguardo a produzione industriale, esportazioni e mercato del lavoro. La prima ha segnato un +3,4% nei primi 9 mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nello stesso periodo esportazioni a +7,3% con un’ulteriore accelerazione nel terzo trimestre. I livelli occupazionali hanno superato non solo quelli dell’anno prima ma anche quelli pre-pandemia: +4,6% nel periodo gennaio-ottobre e +6,5% rispetto al 2019. In particolare è aumentata la domanda di lavoro stabile: tra gennaio-ottobre le trasformazioni da lavoro a termine a lavoro stabile sono state 45mila, il valore più alto dal 2019.
Le stime sul Pil: ‘solo’ +3,9% ma è andata meglio di quanto si temeva
Le stime Irpet 2022 sul Pil indicano un +3,9% (+3,5% nazionale), un valore più basso rispetto alle attese elaborate prima dello scoppio della guerra in Ucraina ma comunque maggiore di quanto l’evoluzione delle vicende internazionali facesse immaginare a metà anno, grazie alla crescita dei consumi interni e degli investimenti fissi lordi. Per il 2023 la stima indica un +0,6% (+0,4% per l’Italia) ed un aumento nel biennio 2024 e 2025 rispettivamente dell’1,3 e dell’1,2%, sebbene rischi di varia natura (guerra, pandemia, inflazione) potrebbero determinare una fase di recessione.
Inflazione su fino al 12,2%: il tema degli aumenti energetici
L’inflazioneè salita fino al 12,2% in Toscana, con un 7,8% di media annua. Le misure di tamponamento (azzeramento oneri di sistema, attribuzione di agevolazioni fiscali e/o contributi finalizzati al contenimento dei prezzi o alla integrazione di reddito) ne hanno attenuato la spinta, ma gli effetti per imprese e famiglie sono stati consistenti. Per le prime il costo per l’energia rispetto al 2021 è stimato in circa +350 milioni di euro al mese, +4,2 miliardi l’anno. Mantenere invariato il livello dei consumi, avrebbe significato per le famiglie poter contare su un incremento medio di reddito di 3.480 euro, sceso a circa 2.150 euro grazie alle misure del governo. Per consentire alle famiglie a più basso reddito di lasciar invariato il livello dei consumi l’incremento sarebbe del 23,1%, contro l’8,9% medio per il complesso delle famiglie toscane.
Con i rincari sono cambiati abitudini e comportamenti
Secondo Irpet, i rincari hanno determinato cambiamenti di abitudini e comportamenti di consumo. Sui beni essenziali (alimentari e bevande) il 59% degli utenti cerca prezzi più convenienti senza ridurre il consumo. Per quelli più voluttuari, come gite e viaggi (28%) o acquisto mobili e servizi per la casa (27%), si va verso la rinuncia completa. In tema di abbigliamento e calzature nel 36% dei casi si cerca il prezzo più conveniente; per ristorazione, teatro e sport nel 33% si riduce il consumo. Per i servizi di comunicazione (internet, cellulari, ecc.), di cartoleria, libri e servizi di istruzione e, soprattutto, di servizi sanitari e per la salute, il 63% non ha modificato i propri comportamenti di consumo.
Si riduce l’area della povertà assoluta ma il tessuto sociale è più fragile
L’area dellapovertà assoluta, contenuta grazie alle misure di tamponamento e al miglioramento del mercato del lavoro, nel 2022 è stimata al 4,2% (-0,9% rispetto al 2021). L’evoluzione della situazione economica ha reso il tessuto sociale però più fragile, a testimonianza di un peggioramento della percezione della propria situazione economica. Nel 2022 si percepiscono come povere 14 famiglie su 100 (12 su 100 nel 2021). In aumento le famiglie che dichiarano di arrivare con grave difficoltà a fine mese: dal 7% al 10%. Crescono anche quelle che ci arrivano con qualche difficoltà, dal 45% al 47%. Peggiora il clima di fiducia rispetto al futuro: passano dal 17% al 37% coloro che prevedono un deterioramento della propria situazione economica.
La svolta Pnrr: al 12 dicembre 2022 già 4.326 progetti per 4,95 miliardi
La svolta, secondo la Regione Toscana, può arrivare dal Pnrr. Al 12 dicembre 2022 si contano 4.326 progetti per 4,95 miliardi di euro complessivi: 3,80 (77%) come finanziamenti del Pnrr e/o del Pnc (Piano nazionale complementare) e 1,15 miliardi di cofinanziamenti di varia origine e natura. Il 71% delle risorse è destinato a spese in conto capitale per opere pubbliche. Gli incentivi a imprese e contributi sono il 16%, il restante 13% è imputabile a spesa corrente per l’acquisto di beni o servizi. La quota più consistente (73%) è indirizzata alla Pubblica amministrazione (il 52% sono comuni), il 15% è per progetti di imprese private, il 12% a società a partecipazione pubblica, concessionari di rete e infrastrutture, consorzi e fondazioni.
Sciclone: « il Pnrr può valere 0,5 punti di Pil in media annua fino al 2026»
«L’insicurezza economica e la vulnerabilità sono cresciute e per questo è così rilevante la svolta che può venire dal Pnrr – ha detto il direttore di Irpet Nicola Sciclone -. Già oggi, con le risorse finora assegnate, il Pnrr può valere 0,5 punti di Pil in media annua fino al 2026. Ma anche dopo che il Pnrr cesserà, se avremo usato bene le risorse, potremmo innalzare in modo permanente il nostro ritmo di crescita. Nell’arco di un decennio può significare un livello del Pil, nell’ultimo anno, di 5,7 punti più elevato. È un risultato non scontato, che dipende dalla nostra capacità di intercettare le risorse, auspicabilmente fino a 8 mld, di spenderle in tempi ragionevoli e farlo in parte per aumentare il benessere di oggi, e in parte per garantirne la sostenibilità domani».
Giani: « occorrono pace sociale, coesione e azioni di sostegno alle imprese»
«Le stime per il 2023, sempre considerato il momento – ha commentato il presidente Giani -, sono incoraggianti riguardo a produzione industriale, export e occupazione, soprattutto se consideriamo le potenzialità di investimento che si apriranno col Pnrr. Per far sì che tutto questo possa davvero diventare realtà occorrono pace sociale, coesione e azioni di sostegno alle imprese che la Regione punta ad attivare proprio grazie al Pnrr e ai fondi europei».
Marras: «investimenti pubblici sosterranno la vocazione internazionale dell’economia toscana»
«Il 2022 – ha detto l’assessore Marras – ha ancora una volta dimostrato che l’economia toscana è un’economia industriale con una grande vocazione internazionale e che le produzioni toscane sono richieste in tutto il mondo, nonostante il momento di crisi attuale. Nel medio periodo anche la Toscana dovrà affrontare turbolenze dei mercati. L’importante stagione di investimenti pubblici che sta per aprirsi con il Pnrr e con la programmazione regionale, metterà a disposizione risorse consistenti anche per le imprese che dovranno mantenere questa vocazione internazionale».
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