Cassa integrazione raddoppiata nel 2023. Balducci (Cna Firenze): «per il 2024 si prevedono ordinativi ancor più ridotti e le piccole aziende faticano ad adeguarsi alle nuove richieste dei grandi marchi»
Il distretto della pelletteria di Firenze è in stato di allerta. Il comparto, fulcro della produzione di lusso nazionale di settore, ha subito una brusca frenata: gli ordini sono in calo e la cassa integrazione nel 2023 è quasi raddoppiata. I dati arrivano dalla Cna Firenze Metropolitana, diffusi durante un convegno dedicato allo stato attuale e alle prospettive a breve termine per la filiera del lusso, perché anche per l’anno appena iniziato si ipotizzano sviluppi tutt’altro che rosei.
Balducci (Cna Firenze): «per il 2024 si prevedono ordinativi ancor più ridotti»
«Uno dei motori dell’economia della Città Metropolitana di Firenze, la pelletteria di lusso, si sta prepotentemente fermando – ha detto Simone Balducci, presidente dei pellettieri di Cna Firenze -. Le prime avvisaglie erano arrivate alla fine del 2022. Il 2023 ha confermato la tendenza con produzioni a rilento, mentre per il 2024 si prevedono ordinativi ancora più ridotti». Molteplici le cause: «guerre, la tensione Cina-Usa, le produzioni spinte oltre il limite negli anni passati e, forse, anche cambiamenti nel gusto degli acquirenti – prosegue -. Inoltre, la politica di diversificazione degli investimenti attuata dai grandi brand che, con colpevole distrazione della politica Regionale, hanno privilegiato regioni d’Italia fiscalmente più convenienti».
Il tema dell’adeguamento alle nuove richieste avanzate dalle griffe
Alla previsione di riduzione degli ordini si affiancano altri problemi, come il rinnovo del contratto di lavoro, con aumenti che potrebbero mettere in ulteriore difficoltà parte delle imprese. O l’adeguamento alle nuove richieste avanzate dai grandi marchi: «vogliono interfacciarsi con contoterzisti che abbiano un’organizzazione aziendale pari alla loro, in grado cioè di soddisfare ciò che è loro richiesto dalle leggi europee votate alla buona gestione, come i requisiti ESG – spiega Balducci -. Un set di adempimenti che richiede tempo e personale apposito, tanto che il lavoro organizzativo prende quasi il sopravvento su quello della produzione. Oneri più difficili da sostenere da parte delle aziende più piccole».
Lo studio sulla filiera del lusso: il prezzo al minuto che dovrebbe essere riconosciuto
Proprio in merito alla sostenibilità economica della filiera contoterzista Cna Federmoda ha presentato un apposito studio, realizzato dall’Università degli studi di Firenze, che ha calcolato il prezzo che dovrebbe essere riconosciuto per coprire non solo il costo necessario per la manifattura, ma anche per garantire un margine adeguato. Si tratta di 0,51 euro/minuto per le piccole/piccolissime imprese e 0,59 euro/minuto per quelle piccole/medie. «Eppure lo studio, presentato quasi un anno fa, ancora fatica ad essere accettato, esaminato e discusso dalle parti coinvolte, anche a porte chiuse». Adesso il settore chiede azioni di tutela «interventi politici – conclude Balducci -, di cui ogni candidato alle prossime amministrative dovrebbe farsi carico».
In difficoltà un settore che conta 2.079 imprese artigiane attive
La frenata mette in difficoltà un settore che conta 2.079 imprese artigiane attive (+8,4% negli ultimi 12 anni), prevalentemente contoterziste (65% in conto terzi, 22% miste, 13% in conto proprio), impiega 9.396 addetti (per il 65% donne), con contratti stabili quasi nell’80% dei casi. Uno stop che implica dunque pesanti ripercussioni economiche e sociali per l’intera area, basti pensare alla cassa integrazione che, da gennaio a novembre 2023, è quasi raddoppiata, passando da 32 aziende, 351 lavoratori coinvolti, per un importo di 124.418 euro a, rispettivamente, 60, 642 e 236.577 (totale annuo, gennaio-novembre 2023 pari a 396 aziende, 4.218 lavoratori, 1.555.674 euro).
Lascia un commento