“Agire contro la svalorizzazione del lavoro e per la tenuta sociale e l’abitabilità della città”
“Gli stravolgimenti globali che si sono susseguiti nell’ultimo periodo rendono necessario un cambio di passo”. Parte da qui Roberto Negrini, presidente di Legacoop Toscana, per spiegare quali siano le misure necessarie in termini di sviluppo e tutela per la comunità fiorentina. Le proposte sono state lanciate venerdì scorso durante l’iniziativa “Ripensare Firenze – Lavoro e cooperazione” promossa da Cgil Firenze-Legacoop Toscana negli spazi dell’Sms di Rifredi. L’incontro, moderato dalla giornalista Lisa Ciardi, ha visto la partecipazione di esponenti della politica, delle Istituzioni e delle categorie economiche della città.
Il movimento cooperativo di Legacoop Toscana, infatti, e la rappresentanza sindacale della Cgil Firenze vogliono rafforzare la propria collaborazione per ottenere risultati duraturi proprio in quest’ottica, non solo per i propri soci e iscritti ma per tutta la comunità fiorentina. Firenze non è immune dalle crisi demografiche, economiche e sociali succedute negli ultimi anni. In particolare la profonda crisi del lavoro determinata dall’affermazione della rendita come asset principale della concentrazione della ricchezza e dell’amplificarsi delle disuguaglianze.
Se l’overtourism fondato sulla rendita ha creato lavoro povero, anche l’azione degli enti pubblici è andata nella medesima direzione. Questi si sono progressivamente svuotati di capacità progettuale, arrivando ad esternalizzare non tanto per migliorare il servizio offerto, quanto per avere un mero risparmio economico, obbligando di fatto le società appaltatrici ad abbassare il costo del lavoro e quindi gli stipendi delle persone.
Una serie di proposte per “Ripensare Firenze”
La storia e le comuni radici del movimento cooperativo e sindacale si fondano sul valore del lavoro e della qualità sociale, quale chiave a cui Cgil e Legacoop vogliono siano ispirate le politiche pubbliche dell’area metropolitana, per questo ritengono urgente avanzare a chi amministra o si candida a farlo in vista delle prossime elezioni comunali alcune proposte concrete in grado di “Ripensare Firenze”, per stimolare un percorso di inversione di tendenza superando il modello della rendita, valorizzando il lavoro e riducendo le diseguaglianze, andando verso un miglioramento della qualità dello sviluppo.
“La crescita del lavoro debole e l’aumento del costo dell’abitare hanno portato all’espulsione delle persone dalla città, impoverendo di saperi il tessuto sociale – ha detto il segretario generale di Cgil Firenze, Bernardo Marasco – Dobbiamo rimettere al centro Firenze città del lavoro e non della rendita, vogliamo una città vivibile per chi ci lavora e un lavoro giusto per poterci vivere. Auspichiamo che questi mesi di campagna elettorale, in vista delle elezioni comunali, siano l’occasione per discutere di progetti e visioni che guardino alle nostre proposte”.
Contro la svalorizzazione del lavoro
Le proposte riguardano l’individuazione di risorse e regole per gli appalti pubblici contro il lavoro povero, per dire basta alle gare al “massimo ribasso” e puntare all’applicazione dei corretti contratti collettivi nazionali e alla garanzia di clausole sociali.Si richiede anche maggiore attenzione alla legalità del lavoro e alla qualificazione delle condizioni di lavoro nelle filiere delle controllate pubbliche (logistica merci, filiera dei rifiuti, etc.).
Sul tema Mercafir sottolineata la necessità di un protocollo per la legalità e la corretta applicazione dei contratti di lavoro, ma anche di una riqualificazione industriale al fine di renderlo un hub per la logistica sostenibile ed un volano per la transizione green dei processi produttivi e distributivi in città.
Infine, la proposta di promuovere piattaforme digitali di servizi per lo sviluppo di una economia di prossimità sostenibile, valorizzando le cooperative di logistica tradizionale e nuove forme integrate di ciclologistica ultimo miglio.
Per la tenuta sociale e l’abitabilità della città
E ancora, la necessità di regolamentare e contenere il fenomeno degli airbnb anche oltre l’area Unesco, ma anche di recuperare immobili per dare vita a progetti di edilizia pubblica, housing sociale, studentati pubblici. Promuovere inoltre esperienze di cooperative di abitanti e studentati cooperativi e mettere a punto servizi di prossimità per il sostegno alla non autosufficienza lieve e progetti di welfare culturale per promuovere salute, benessere, inclusione sociale.
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