Banche in Toscana, prosegue la riduzione soprattutto nelle zone periferiche. L’allarme di Fisac Cgil regionale

Banche in Toscana e il fenomeno della chiusura degli sportelli continua anche nel 2024. Secondo gli ultimi dati diffusi da Bankitalia, la regione ha registrato un calo del -2,7% delle filiali bancarie, un dato in linea con la media nazionale (-2,4%), ma che desta preoccupazione per il suo impatto sociale, soprattutto nelle aree interne e nei comuni più piccoli.
Banche in Toscana: la mappa delle chiusure
Dal 2023 al 2024, in Toscana sono spariti 42 sportelli. Il calo più rilevante è stato registrato a Firenze (-10 filiali), ma è nelle province minori che si osservano le performance peggiori:
- Prato perde il 7,4% delle sue filiali,
- Massa Carrara il 3,9%,
- Pistoia e Prato segnano i peggiori dati sul lungo periodo, con una perdita superiore al 45% rispetto al 2015.
Nel confronto decennale, la Toscana ha perso oltre un terzo delle sue agenzie bancarie (-35,2%), una cifra che la colloca tra le regioni più colpite dal processo di razionalizzazione del sistema bancario.
Desertificazione bancaria e digital divide
Il fenomeno non riguarda più solo i piccoli comuni. Come sottolinea Paolo Cecchi, segretario generale Fisac Cgil Toscana, “la chiusura delle filiali ormai non interessa più soltanto le aree interne, ma coinvolge anche le zone urbane e l’area metropolitana fiorentina”.
Due comuni, Londa (FI) e Sambuca Pistoiese (PT), nel 2024 risultano completamente “debancarizzati”, privati cioè di qualsiasi sportello bancario.
La capillarità del servizio, misurata dal numero di filiali ogni 100.000 abitanti, continua a calare:
- La media toscana è di 40 sportelli ogni 100.000 abitanti, meglio della media nazionale (33),
- Ma province come Prato mostrano un calo da 26 a 24 sportelli per 100.000 abitanti.
A peggiorare il quadro è il digital divide: l’aumento dell’internet banking e dei servizi digitali bancari, se non accompagnato da adeguate campagne di formazione e alfabetizzazione finanziaria, rischia di lasciare indietro le fasce più fragili della popolazione, aumentando i rischi di frodi e truffe online.
Rischi futuri e fusioni bancarie: lo spettro del “Risiko”
Secondo Cecchi, l’avvio di nuove operazioni di fusione tra banche italiane, con Ops già presentate, lascia presagire una nuova fase di accorpamenti che potrebbe accelerare ulteriormente la chiusura degli sportelli e la concentrazione del sistema bancario, oggi prevalentemente localizzato al Nord Italia (58% delle filiali totali si concentrano in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto).
Un osservatorio per monitorare la crisi
In questo scenario critico, la creazione dell’Osservatorio regionale sulla desertificazione bancaria, voluto dalla Regione Toscana, rappresenta un passo importante.
“Attendiamo con impazienza – conclude Cecchi – un confronto serio con le aziende di credito e gli altri stakeholder interessati a questo tema, che riteniamo cruciale per la tenuta sociale e finanziaria della nostra regione”.
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