Si voterà il 25 settembre con il sistema Rosatellum che sollecita le coalizioni
A settembre gli italiani saranno chiamati a esprimere il proprio voto. Si preannuncia un mese d’agosto torrido: per la prima volta nella storia italiana la popolazione viene chiamata alle urne in autunno e i partiti avranno poco tempo per prepararsi al voto. I (pochi) giorni che separano dal 25 sono scanditi da scadenze e step. Le due principali sono fissate dal DPR 97/2022, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 21 luglio scorso (che contiene anche il decreto con cui Sergio Mattarella ha sciolto le Camere): la data delle elezioni è fissata per domenica 25 settembre; la prima riunione della Camere per il 13 ottobre.
Gli step in vista del voto di settembre
La prima scadenza è quella del 27 luglio termine entro il quale dovranno essere presentate le liste degli elettori italiani all’estero (60 giorni prima delle votazioni). Tra il 12 e il 14 agosto i partiti dovranno invece depositare i simboli elettorali con cui si presenteranno alle urne. Le liste con i candidati per ogni collegio dovranno invece essere presentate alle Corti d’Appello tra il 21 e il 22 agosto. Quindi, dal 26 agosto, partirà la campagna elettorale vera e propria che durerà un mese, e terminerà due giorni prima del voto, alla mezzanotte del 23 settembre. Poi scatterà il silenzio elettorale.
Gli scenari toscani: spazi e tempi ridotti al minimo
Per la Toscana ci sono spazi e tempi stretti. C’è meno di un mese per presentare le liste dei candidati e i posti sono pochi. Dopo il drastico taglio dei parlamentari seguito al referendum del 2020, la Toscana nella prossima legislatura sarà rappresentata da 36 nomi contro i 57 del 2018 (22 del Pd, 10 del Movimento 5 Stelle, 9 della Lega, 10 di Forza Italia, 4 di Fratelli d’Italia e uno ciascuno di Civica popolare e LeU), perdendo così 21 eletti (il 36%). Alle prossime elezioni saranno eletti 24 deputati, di cui 15 da collegi plurinominali e 9 da uninominali, oltre a 12 senatori, di cui 4 da collegi uninominali e 8 da collegi plurinominali.
Se per avere certezze bisognerà attendere il 21 agosto, sul fronte Pd sembrano sicuri i nomi di Simona Bonafè, Luca Lotti e Dario Parrini mentre il quotato sindaco di Prato Matteo Biffoni ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di candidarsi per la corsa al Parlamento, così come il suo omologo fiorentino, Dario Nardella. Da giorni circola il nome dell’ex governatore della Toscana Enrico Rossi che proprio nelle scorse ore sembra aver sciolto le riserve. Per quanto riguarda il centrodestra un nome plausibile sembra essere quello di Susanna Ceccardi, insieme ad alcuni parlamentari uscenti: Giovanni Donzelli per Fratelli d’Italia, Debora Bergamini per la Lega. Resta l’incognita M5S.
Il Rosatellum e il carosello delle alleanze
Si voterà solo la domenica nella fascia oraria 7-23. I rappresentanti di governo verranno eletti con il “Rosatellum, come nel 2018, quando ci vollero 80 giorni per vedere una maggioranza. Si tratta di un sistema misto sia per Camera che per Senato che prevede il 37% di parlamentari eletti con il maggioritario uninominale e il 61% con il sistema proporzionale, lasciando una piccola percentuale di eletti alla circoscrizione estera. In sintesi, 3/8 dei seggi di Camera (147 su 400) e Senato (74 su 200) saranno assegnati in collegi uninominali: vince quindi chi prende un voto in più. Questo spinge alla formazione di alleanze: più ampia è la coalizione e maggiore è la possibilità di vincere il seggio.
Tolti i seggi assegnati con gli uninominali, e tolto il 2% dei seggi riservati agli eletti all’estero (8 deputati e 4 senatori), la restante parte dei posti alla Camera (245) e al Senato (122) è distribuita attraverso collegi plurinominali in cui i partiti si presentano con il proprio simbolo e con “listini bloccati” di massimo quattro persone. Il voto è quindi al simbolo e non al nome: il singolo candidato può correre in cinque diversi collegi plurinominali. La ripartizione dei seggi è effettuata in proporzione alle percentuali incassate dal partito: a livello nazionale per la Camera, su scala regionale per il Senato.
Le soglie di sbarramento
Il Rosatellum prevede diverse soglie di sbarramento, cioè percentuali di voti al di sotto delle quali non si viene ammessi alla ripartizione dei seggi nei collegi plurinominali. Per quanto riguarda le liste singole la soglia è al 3% (fanno eccezione le liste relative alle minoranze linguistiche, per le quali la soglia è al 20% nella Regione a statuto speciale in cui sia prevista una tutela di tali minoranze). Per le coalizioni, la soglia di sbarramento è del 10% a livello nazionale, purché l’alleanza comprenda almeno una lista che abbia superato il 3%. Questo spingerà i partiti più piccoli a trovare spazio all’interno di una coalizione.
Lascia un commento