La Regione Toscana ha definito linee guida per genitori e strutture per consentirne la fruizione
Linee guida per la conservazione e la somministrazione del latte materno nei nidi d’infanzia, in particolare in quelle strutture che accolgono bambine e bambini con meno di un anno di età. Le ha definite la Regione Toscana attraverso una delibera proposta in giunta dagli assessori al diritto alla Salute, Simone Bezzini, e all’Istruzione Alessandra Nardini.
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“Sono orgoglioso che la giunta abbia approvato questa delibera – ha affermato il presidente Eugenio Giani -. La Toscana si conferma così ancora una volta all’avanguardia nell’attenzione ai più piccoli e alle famiglie. Ringrazio gli assessori Bezzini e Nardini per la loro sensibilità”.
“Le linee guida – commenta Bezzini – seguono il solco delle attività di sensibilizzazione che la Toscana ha promosso negli anni, dando ulteriori garanzie ad una pratica che la scienza ritiene di grande valore per la salute dei bambini e delle bambine, sia dal punto di vista nutritivo, protettivo che antinfettivo”.
Nidi di infanzia, il latte materno tra i migliori benefici
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unicef raccomandano infatti che i piccoli siano allattati in maniera esclusiva con latte materno fino al sesto mese di vita, per poi avviare una dieta mista. Tanti i benefici, immediati e futuri, capaci di prevenire anche patologie.
“Questo è solo uno dei tanti esempi di messa a sistema, da parte della Regione, di buone pratiche in materia di educazione dell’infanzia” commenta l’assessora Alessandra Nardini. “In Toscana – prosegue – si contano molteplici esperienze di somministrazione del latte materno all’interno dei servizi educativi per la prima infanzia che accolgono bambine e bambini dai tre mesi di età. Con un confronto tra i coordinamenti zonali Infanzia e i referenti delle tre Asl abbiamo individuato le buone pratiche già presenti sul territorio regionale e ne abbiamo tratto linee operative da mettere a disposizione di tutti i nidi di infanzia”.
Latte materno, le linee guida
Un gruppo tecnico ha preso in esame le diverse esperienze in uso e stilato un vademecum.
Nelle linee guida ci sono indicazioni per le mamme a casa: norme igieniche e di buon senso per il prelievo ma anche la conservazione, come raccogliere per ciascun contenitore solo il latte necessario per una poppata, raffreddarlo sotto acqua corrente prima di porlo in frigo o nel freezer, etichettarlo con data, ora e cognome e nome della bambina o del bambino e della mamma.
Il latte a temperatura inferiore a 25 gradi si può conservare per tre o quattro ore, per ventiquattro a temperatura inferiore a 15 gradi, in frigorifero tra zero e quattro gradi centigradi e per tre o sei mesi se messo in freezer.
Durante il trasporto si raccomanda l’utilizzo di una borsa termica. Assieme al latte – si consiglia il quantitativo sufficiente per un giorno – al nido va consegnata anche una tettarella disinfettata, protetta in un apposito contenitore; e naturalmente il tutto dopo ogni uso va disinfettato. Al nido il latte va tenuto in un frigorifero, meglio se dedicato, ad una temperatura di quattro gradi e prima dell’uso deve essere riscaldato sotto acqua corrente o in uno scalda biberon a trentasette gradi: mai in forno o in microonde.
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