La scelta del candidato governatore del centrosinistra, fra ripensamenti e fughe in avanti
C’è un paradosso tutto toscano, nel rapporto fra Pd e Italia viva. In vista delle prossime regionali, l’aspirante (ri)governatore Eugenio Giani punta al campo largo, anzi, larghissimo. Un unico asse che possa abbracciare le variegate compagini che vanno da Avs a Italia Viva appunto, passando per il Movimento 5 Stelle. Un’aspirazione di unità, la sua, legata probabilmente non tanto al desiderio di blindare la vittoria (l’ultimo sondaggio di Emg per Toscana TV lo vede oscillare, già adesso, tra il 51 e il 55%, in base alle alleanza), ma alla volontà di evitare sgambetti pre-elettorali, ovvero proposte di altri nomi.

Le tensioni fra Italia Viva e Partito Democratico
E proprio qui nasce il nodo gordiano delle tensioni fra Iv e Pd. Già molti mesi fa, quando i nomi in campo erano meno ufficiali di adesso, l’ala shleiniana dei Dem non ha fatto mistero di pensare a un piano B, rispetto alla ricandidatura del governatore uscente. Ed è stato proprio in quel momento, era la scorsa estate, che il rapporto già forte fra Giani e i renziani si è consolidato.
In consiglio regionale, il capogruppo di Iv Stefano Scaramelli ha fatto da stampella praticamente a ogni atto del governatore e della sua maggioranza, sostenendone le scelte persino in campi divisivi per gli stessi dem cattolici, come la legge sul fine vita. La voce dei ben informati era (ed è) che, anche in caso di un veto del Pd, Giani avrebbe corso comunque, sostenuto proprio da Italia Viva e dai componenti di Avanti! (Azione, Pri, Psi, +Europa) che non a caso sono stati i primi (e al momento gli unici) a fare una fuga in avanti appoggiandone la candidatura.
Regionali toscana, dopo mesi in cui il nome di Giani sembrava aver preso forza, si torna alla casella di partenza
Insomma, proprio le titubanze Dem su Giani lo avrebbero spinto a cementare il patto con Iv. E ora? Ora, dopo mesi in cui il nome di Giani sembrava aver preso forza, si torna alla casella di partenza. Gli Schleiniani storcono il naso di fronte al suo bis e alla sua alleanza con Italia viva, tanto da arrivare a ventilare nomi alternativi come quelli di Marco Furfaro, Emiliano Fossi e (più nell’ombra) Monia Monni. Nel frattempo, proprio la scelta di stare con i renziani viene indicata come motivo di disturbo anche da Movimento 5 Stelle e Avs. Insomma il campo larghissimo getta ombre sul campo largo e sullo stesso nome del governatore.
L’effetto rischia di essere esattamente lo stesso del primo giro: portare Giani a rinsaldare ancor più i legami con chi gli ha dato sostegno dall’inizio
Come in un gioco dell’oca però, l’effetto rischia di essere esattamente lo stesso del primo giro: portare Giani a rinsaldare ancor più i legami con chi gli ha dato sostegno dall’inizio, senza se e senza ma. Ovvero spingerlo a tenersi stretta Iv, aggregare Avanti!, aggiungere una o più civiche personali (in una parrebbe poter confluire anche nomi di Europa Verde e la ex pentastellata Silvia Noferi appena passata al gruppo misto), puntare sul suo consenso personale e lanciare un prevedibile “Io corro, chi c’è, c’è!”. A quel punto Elly Schlein si troverebbe a un bivio complicato: accettare obtorto collo Giani e un osteggiato campo larghissimo con Iv più protagonista che mai oppure sostenere un candidato disposto a correre contro il governatore uscente. E ad assumersi un rischio aggiuntivo: oltre a quello canonico della vittoria/confitta del centrosinistra contro il centrodestra, anche la possibilità di perdere la Toscana per “sottrazione di consensi”.
Vera Mente
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