Ad affermarlo Danilo Massai, presidente di Opi Fi-Pt
«L’infermiere rappresenta in questo frangente una risorsa non solo all’interno del contesto scolastico, ma nell’intera comunità. In considerazione di ciò l’Ordine Firenze-Pistoia si è mosso per promuovere le Consulte Infermieristiche nei Comuni con le quali sostenere progetti d’intervento anche nelle comunità scolastiche». A sostenerlo Danilo Massai, presidente di Opi Fi-Pt. «Allo stato attuale ci troviamo davanti a un problema oggettivo relativo alla necessità di aprire le scuole da un lato e garantire la sicurezza dall’altro – prosegue -. Stato, Regioni, Province, Comuni e scuole sono ora alle prese con la complessa e alta posta in gioco che rappresenta una vera e propria dicotomia. Le scuole devono essere informate e supportate nelle decisioni, attraverso informazioni sulle evidenze relative al Covid-19, rispetto al possibile rischio di ulteriore chiusura, con conseguente impatto sia sullo studente relativamente al
proprio sviluppo didattico (ma anche di esperienza di vita, di crescita e socializzazione), sia sulle famiglie con problemi di tipo organizzativo oltre che economico, sia sull’intero assetto sociale per la perdita di possibili risorse da inserire nel mondo del lavoro ed altro ancora. Non sono da sottovalutare – prosegue – gli impatti organizzativi delle scuole alla riapertura, che spaziano dalla complessità degli edifici, al trasporto degli studenti, alla gestione delle mense. L’infermieristica trova la sua collocazione all’interno dell’intero istituto scolastico attraverso attività sia trasversali che mirate». L’infermieristica si prefigge di sviluppare programmi di sorveglianza igienico sanitaria (come piani vaccinali, sanificazione ambientale, corretti comportamenti di sicurezza, controlli materiali e prodotti sanitari); sviluppare programmi di educazione su sani stili di vita; cooperare con i dirigenti scolatici circa i piani di assistenza sanitaria a studenti disabili, con malattie croniche, frequentanti post convalescenze, identificando i comportamenti a rischio e proponendo interventi; cooperare con i dirigenti scolastici per i piani operativi di sanificazione ambientale e relativi sistemi di controllo (comprensivi di studio e ricerca del sistema più adeguato ed efficace per lo specifico istituto ed ambiente); cooperare con le direzioni d’istituto nella rilevazione delle alterazioni latenti (come pressione arteriosa, funzionalità renale, alimentazione errata, carie denti, alterazioni adolescenza); svolgere attività di educazione sanitaria ai docenti, ai familiari ed agli studenti su argomenti specifici e su tematiche sanitarie; gestire direttamente l’ambulatorio infermieristico di istituto per prestazioni quali somministrazione di terapia, medicazioni semplici e complesse, fasciature, controllo dispositivi, gestione dei cateteri venosi o urinari (spine bifide), necessità individuali relative alle singole tipologie di handicap o menomazioni; rappresentare il professionista di riferimento per organizzare e mantenere le scuole nella rete dei servizi; informare sui programmi di vaccinazione; sostenere i piani di supporto a studenti fragili con interventi sugli e con gli insegnanti, familiari, studenti fragili; fornire consulenze.
«Nei contesti specifici delle situazioni endemiche e pandemiche l’infermiere nelle scuole – conclude il presidente Massai – può collaborare con i distretti sanitari, con le Case della Salute, le Società della salute per gestire con successo le complesse decisioni sulla riapertura degli edifici stessi oltre al mantenimento e la gestione della sicurezza».
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