A realizzare la graphic novel il fumettista Pierpaolo Putignano
Per non dimenticare. Tradotto preservare la memoria e raccontarla alle nuove generazioni. Saper leggere la storia e la Resistenza di chi ha fatto dei fazzoletti rossi la propria carta d’identità. Parte da questa idea, il progetto del Comune di Barberino Tavarnelle, in provincia di Firenze, che ha scelto di raccontare una delle pagine più barbare della Toscana in una graphic novel. È la strage di Pratale.
Correva l’anno 1944. Era il 23 luglio quando i tedeschi uccisero 12 contadini. Così le stelle diventarono proiettili e il fumo era l’unico odore che si sentiva nell’aria. Se lo ricorda bene Mirella Lotti, una delle sopravvissute di quella strage nel bosco, oggi ultra ottantenne.
Dodici contadini, prelevati dalle loro case, strappati alle loro famiglie e fucilati nel bosco di Pratale la sera del 23 luglio 1944. Si chiamavano Angelo Cresti, Attilio Cresti, Oreste Cresti, Bruno Gori, Giuseppe Gori, Livio Gori, Serafino Gori, Marcello Gori, Omero Gori, Carlo Lotti, Giuliano Lotti, Giovanni Raspollini.
«Per molti anni in quella radura, a Pratale, che si bagnò con il sangue di mio padre e di altri undici uomini, l’erba crebbe più alta», ha detto in più occasioni Mirella Lotti. Allora era solo una bambina. Le lacrime di 78 anni fa oggi hanno il sapore della libertà, raccontate nel fumetto realizzato dal disegnatore Pierpaolo Putignano.
Il volume racconta la storia partendo da una ricerca documentale accurata. Un volume fatto non di date e di numeri, ma di valori, vite spezzate e di uomini. Fucilati a colpi di mitraglie, in una radura della campagna chiantigiana tra Badia a Passignano e Fabbrica, strappati alla vita. Non un saggio storico, quindi, ma uno strumento educativo e culturale.
Non ha dubbi in merito il primo cittadino, David Baroncelli. «Auguro ai giovani di accogliere questa storia, questi fatti, questi nomi e farne testimonianza nella vita quotidiana, nelle azioni di ogni giorno per crescere come cittadini maturi e liberi». E poi ancora: «Abbiamo voluto investire sulla dimensione intima e reale dell’accaduto con l’obiettivo di rafforzare il valore comunicativo della memoria – ha aggiunto Baroncelli – Creare, veicolare, trasmettere, produrre cultura con la memoria significa costruire le fondamenta dell’identità stessa di una comunità che si radica, forma e costituisce il proprio tessuto sul passato e ciò che essa ha vissuto nel corso degli anni».
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