I numeri confermano il successo commerciale delle imprese al femminile
Barbara e Lidia. Due volti di superdonne che sono state premiate da Coldiretti Toscana. Sono loro il simbolo di quella resilienza al femminile che ha attraversato tempi, generazioni e momenti storici diventando un esempio.
Barbara Conti è mamma di tre figli, titolare dell’azienda “I Trei fantoti”, in località Bergugliara, nella Valle di Zeri, sulle montagne della Lunigiana. E’ lei la più giovane tra le allevatrici della pregiata pecora zerasca e di bovini da latte. Figlia di pastore, è rimasta a vivere, lavorare e crescere i figli nella sua Valle assicurando continuità alla tradizione pastorizia in un territorio difficile quando bello e generoso.
Lidia Ciregia, invece, classe 1939, lavora da una vita. Instancabile. Da anni gestisce lo storico vivaio sul viale della Repubblica a Massa. “Il lavoro mi tiene viva – ha raccontato – Qui non vendiamo solo fiori e piante, vendiamo colore e buonumore. – ha ammesso – Il periodo è molto difficile ma i fiori lo hanno reso meno triste. Curarli è una terapia. Lo scorso anno sono stata a casa molto a causa del lockdown. Ho sofferto moltissimo. Questo premio non me lo aspettavo. Sono sincera. Non lavoriamo per meritarci premi ma perché ci rende felici”.
Sono 12.085 in Toscana le imprese guidate da donne in agricoltura che si posiziona nella top five dei settori con più alto tasso di femminilizzazione della Toscana dopo servizi vari, sanità, istruzione e prima anche dei servizi di alloggio e ristorazione e del commercio.
Quasi una impresa agricola su tre (31,1%) è guidata da donne la cui presenza è cresciuta soprattutto nelle nuove attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole, gli agriasili, le fattorie didattiche, i percorsi rurali, gli orti didattici, ma anche nell’agricoltura di precisione e a basso impatto ambientale e nella ricettività agrituristica fino nella presenza nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica.
Sono i numeri diffusi da Coldiretti Toscana sulla base dei dati della Camera di Commercio di Firenze relativi al 2022 in occasione della festa della donna dell’8 marzo.
La vendita diretta è una prerogativa tutta al femminile in Toscana dove più di una impresa agricola su tre (34%) che anima i mercati degli agricoltori presenti in borghi e piazze di tutta la regione o che vende direttamente in fattoria vede una donna al vertice.
Percentuale che sale notevolmente, fino al 90%, se allarghiamo lo sguardo al dietro le quinte delle aziende agricole dove mamme, mogli, figlie e parenti esercitano un ruolo fondamentale nella filiera che dal campo porta i prodotti sul banco dei mercati per poi arrivare dritti nel cuore delle cucine dei toscani. In Toscana sono 50 i mercati contadini presenti regolarmente, ed ogni settimana, nelle piazze e nelle città.
Il successo commerciale delle imprese al femminile è, secondo Donne Impresa Coldiretti Toscana e Campagna Amica, da attribuire senza dubbio alla capacità di saper trasmette ai consumatori finali i valori, la storia ed i benefici dei prodotti agricoli coltivati o allevati instaurando con loro una empatia positiva. Successo che Donne Impresa Coldiretti Toscana ha voluto esaltare premiando, nella giornata internazionale delle donne, le imprenditrici della vendita diretta regalando loro fiori e dedicandogli iniziative.
“Le donne che hanno scelto l’agricoltura – spiega Elena Bertini, delegata Donne Impresa Coldiretti Toscana – dimostrano capacità di coniugare la sfida con il mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita, l’attenzione al sociale, a contatto con la natura assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità. Grazie alle grandi opportunità offerte dall’agricoltura multifunzionale attenta al sociale, all’ambiente e ai cittadini, le donne hanno un ruolo di primo piano in agricoltura, nell’ospitalità turistica determinando il primato nazionale di agriturismi e posti letto, nel sociale garantendo servizi ed attività di supporto alle comunità. Molto spesso sono mamme – conclude Bertini – che riescono a conciliare l’attività agricola con la famiglia in contesti non sempre agevoli come quelli montani e marginali dove la loro presenza ha un significato che va ben oltre l’attività economica”.
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