L’evento organizzato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale si è svolto al San Jacopo di Pistoia
«L’aggressività in età evolutiva associata a patologia psichiatrica, si configura come sintomo di un insieme più complesso, che può mettere in difficoltà chi si deve prendere cura affrontando anche tutti quegli aspetti emotivi che coinvolgono il paziente e l’operatore».
È su questo tema che è stata incentrata la tavola rotonda che si è svolta all’ospedale San Jacopo di Pistoia. L’evento, dal titolo “Pazienti pediatrici e aggressività agita”, riservato a 60 partecipanti, è durato 5 ore ed è stato organizzato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Firenze-Pistoia. Accreditato dalla Regione Toscana, è valso ai partecipanti 5 crediti Ecm.
Durante l’iniziativa, destinata a infermieri, infermieri pediatrici, pediatri, pediatri di libera scelta e medici di medicina generale, si è parlato di strategie da costruire in equipe che prevedano l’acquisizione della conoscenza dei meccanismi e dei segnali precursori di agitazione e aggressività, l’acquisizione di tecniche di descalation, di comportamenti codificati e condivisi, ma anche la redazione di protocolli per l’approccio farmacologico, multidisciplinare e di equipe. Tutto questo con lo scopo di condividere con la comunità professionale sanitaria esperienze e modalità di approccio alla gestione del minore con manifesti comportamenti aggressivi. Ma l’obbiettivo specifico è anche quello di aumentare le conoscenze legate ai percorsi dell’infermieristica nell’assistenza al paziente per favorire l’integrazione multidisciplinare.
«Questo evento formativo è stato pensato perché registriamo un aumento esponenziale di casi in questo ambito – ha commentato Barbara Caposciutti, vicepresidente Opi Firenze-Pistoia e infermiera pediatrica -. L’aggressività in età evolutiva, associata a patologia psichiatrica, è una realtà clinica che è sempre esistita, ma che dopo il Covid è aumentata. Il problema è sempre più evidente e più difficile da gestire: ecco perché è importante parlarne insieme e condividere delle azioni comuni. I pazienti non afferiscono solo al Meyer, ma a tutta l’area della Toscana Centro: pediatrie, pronto soccorso, servizi territoriali. In futuro auspichiamo di organizzare anche una tavola rotonda più ampia coinvolgendo i servizi territoriali».
«La nostra professione, data la prossimità verso i cittadini e la propensione alla relazione di cura è quella che maggiormente è coinvolta nella gestione di questa casistica. Tale fenomeno lo stiamo percependo come in notevole aumento e sul quale è necessario sviluppare e mantenere competenze, ben vengano tavoli sui quali parlarne al fine di poter confrontarsi insieme e trovare sinergie comuni» ha dichiarato il dottor Fabio Pronti, direttore della struttura semplice di assistenza infermieristica della Zona Pistoia.
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