Tirana, Valona fino a Ksamil, tanti i chilometri macinati per imbattersi nella natura e la storia albanese
“Signore e signori, benvenuti all’aeroporto di Tirana. Il tempo è mite, con una temperatura intorno ai 22 gradi”. Un’ora e 40 minuti è quanto è durato il viaggio Pisa – Tirana. Partenza alle prime luci dell’alba. Il tempo di allacciarsi la cintura, una playlist qualsiasi su Spotify ed ecco che un apri e chiudi gli occhi, letterale, che ci ritroviamo dall’altra parte dell’Adriatico.
In quella terra delle aquile che nel corso degli anni è stata demonizzata, odiata perché da quella parte venivano i cosiddetti delinquenti. Adesso, però, è diventata meta turistica di molti. Un viaggio low cost, si legge nei tanti profili social dove si mangia con pochi euro. Ma è davvero così?
Albania, le tappe del viaggio
Lo abbiamo fatto anche noi. Non c’è un budget prefissato, ma solo la voglia di scoprire questa terra orgogliosa, come la sua gente. Una terra moderna per certi versi – basti vedere il centro di Tirana con i suoi grattacieli a vetro in stile Londra – ma anche fatta di palazzi, che parlano della sua storia dove ha regnato per oltre 40 anni il regime comunista e che riporta subito all’architettura tipica dell’Est Europa. Palazzi di massimo cinque piani, prefabbricati. Difficile vederli nel centro città di Tirana, ma basta addentrarsi più all’interno, nel cuore della capitale, per notarli. Fuori sembrano stabili sgangherati, ma dentro, spesso, sono dei lussuosissimi bed&breakfast.
Ma ritorniamo al nostro viaggio. Tre i giorni disponibili per cercare di “annusare” quanto più possibile della tanta rinomata Albania, che quest’estate ha “rubato” i turisti all’Italia.
Aeroporto “Nene Tereza” (Madre Teresa di Calcutta a cui è dedicato lo scalo di Tirana in onore della Santa e delle sue origini albanesi). Qui ci sono due possibilità: controllare il passaporto agli sportelli automatici o recarsi ai classici sportelli della frontiera.
Una macchina a noleggio è la soluzione per muoversi in autonomia. Il nostro viaggio prevede un giorno a Tirana, poi via verso il tanto rinomato Sud con spiagge paradisiache. Anzi, per citare alcuni articoli di prestigiosi quotidiani “le Maldive dell’Albania” e stiamo parlando di Ksamil.
Il tempo è tiranno. Dall’aeroporto Nene Tereza raggiungiamo il centro città, in uno slalom tra auto di grossa cilindrata a veri cimeli storici. Piazza Skenderbeg (Gjergj Kastriot Skenderbeu è l’eroe nazionale albanese che guidò gli albanesi alla ribellione contro l’impero ottomano) è la prima tappa. Lì vicino c’è il museo storico nazionale, cui facciata è ornamentata da un mosaico che racconta molto di questo popolo. I balli tipici, i vestiti tradizionali che cambiano a seconda delle zone. E a guardarlo sembra quasi di vedere danzare quei piccoli puzzle. Forse il merito è di un tipo che suona il clarinetto in mezzo alla piazza. Ovviamente suona musica tipica albanese.
Sempre nella stessa piazza si erge maestosa la moschea di Et’hem Beut, chiusa durante il regime comunista e poi riaperta con il movimento studentesco del 1991.
Ma lo skyline di Tirana vive esattamente quello che è l’Albania: un binomio tra passato e presente. Modernità e prefabbricati. Infatti, basta alzare il naso all’insù per vedere ergere palazzi enormi.
Vicino a piazza Skenderbeg (appena 4 minuti a piedi) c’è “Shtepia me gjethe” (House of leaves). Qui è un viaggio nell’Albania del passato, ai tempi del comunismo, dove è raccontato passo dopo passo come il regime spiasse quelli che considerava i nemici.
Di fronte c’è una chiesa ortodossa. Tappa obbligatoria è “Blloku” sia per la sua storia legata alla dimora del dittatore Enver Hoxha, ma anche per i suoi locali molto rinomati. Punto di ritrovo per i giovani e la vita notturna. Vera opera d’arte è lo stadio “Air Albania”, progetto ideato dall’architetto fiorentino Marco Casamonti.
Secondo giorno l’obiettivo è raggiungere Valona. Per google maps ci vogliono 2 ore e 10 minuti. Anche il viaggio verso la costa del sud è un’esperienza a parte e che permette di immergersi nell’Albania autentica. La cittadina, che si affaccia tra il mar Ionio e Adriatico, è un nodo principale per lo sviluppo economico della terra delle aquile. La sua storia è cruciale per l’indipendenza dell’Albania. Nel 1912 per la prima volta il 28 novembre – festa nazionale – fu proclamata la dichiarazione di indipendenza dell’Albania. A ricordare quel momento nel centro città si erge un monumento. Oggi è il secondo porto più importante di Albania e da qui transitano la maggior parte dei turisti.
Quello di Valona è un lungomare, con palme in stile California, ristrutturato e pensato per un turismo lento da poter gustare a piedi o in sella ad una bici. Diversi i punti panoramici da Kanin, un castello che affonda le radici al III secolo aC., fino a Shpella e fikut, un ristorante da dove c’è una vista mozzafiato e uno dei tramonti più belli. Qui, infatti, il sole tramonta in mezzo all’isola di Sazan (può essere visitabile con una delle tante guide presenti in città) e alla penisola di Karabrun, affondando direttamente in mare. Uno spettacolo per gli occhi.
Ma il nostro tempo stringe e quindi decidiamo di accelerare verso la costa. Imperdibile la montagna di Llogara – consigliato anche per degustare i piatti tipici di carne allo spiedo – , parco nazionale, a 1027 metri e una strada che scende a picco sul mare. Da queste alture si può ammirare tutta la riviera e in orizzonte scorgere qualche isola greca e le coste pugliesi.
Scendere fino a Ksamil è la scelta migliore, passando da Saranda, Syri i kalter (occhio blu) dove una sorgente dalle acque cristalline, con una temperatura costante di 10 gradi, immersa in una vera oasi, con il colore dell’acqua turchese che sfuma fino al verde smeraldo, conquista i cuori di tantissimi turisti. E anche il nostro.
Per incontrare la natura più selvaggia è necessario continuare il nostro viaggio nella terra delle aquile dove è normale imbattersi in capre o pecore che passeggiano sulle carreggiate, contadini che a bordo strada vendono miele e il tea tipico di questo montagne fino ad incontrare il lusso più sfrenato. E’ l’Albania.
Ultimo punto di questi tre giorni veloci e chilometri macinati è il Parco Archelogico di Butrint, inserito nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità dell’ Unesco, ed è uno dei siti archeologici più importanti dell’Albania.
Secondo Virgilio venne fondata dal profeta troiano Eleno, figlio del re Priamo, che dopo la caduta di Troia sposò Andromaca e si spostò a occidente. Lo storico Dionigi di Alicarnasso scrisse che Enea visitò Butrinto dopo la sua stessa fuga dalla distruzione di Troia, e Virgilio ricordò la città in alcuni versi del suo poema dedicato all’eroe troiano.
I resti archeologici più antichi datano ad un periodo compreso fra il XIII e XII secolo a.C.
Ma il tempo stringe ed è già tempo di tornare. Buon viaggio.
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